Assorbiti due infortuni in otto giorni e la prima sconfitta casalinga, la Cimberio non ha chiesto gli straordinari al direttore sportivo Simone Giofrè. Alle avversità la società e lo staff tecnico hanno risposto confidando in quello che da inizio stagione viene definito come il segreto del volo biancorosso più in alto di tutti: il gruppo. Nel pick and roll con il vice di Vitucci, Stefano Bizzozi (a destra nella foto con Giofrè), gruppo è la parola più menzionata.
“Il gruppo è determinante quando le cose vanno bene – attacca Bizzozi – figuriamoci quando capitano inconvenienti come quelli successi a noi con l’infortunio prima del nostro capitano Ere e nella partita successiva quello di Banks. In questi casi è necessario saper riequilibrare il tutto in brevissimo tempo sia in allenamento che in partita. Poter contare sulla disponibilità dei giocatori è un punto di ripartenza fondamentale affinchè le difficoltà oggettive vengano quanto meno smussate”.
Tanto che la Cimberio è campione d’inverno.

“Mah, prendiamoci questo titolo che sa tanto di calcio. Nel basket siamo un po’ più concreti preferendo altri titoli. L’esser così in alto gratifica l’intero ambiente, ci carica e fiducia per quanto ancora resta da fare. In primis la final eight di Coppa Italia dove esordiremo con un’ottava classificata di nome Milano tra l’altro padrona di casa”.
Come dite sempre voi tecnici “non ci resta che sudare in palestra sperando di poter dare il meglio in partita”.

“Mi rendo conto che può sembrare un tormentone ma è la verità. Siamo contenti della classifica ottimale ma ancor più nel vedere come i giocatori lavorano in settimana. In questo momento con due giocatori importanti in meno, per svolgere il lavoro in palestra l’apporto dei giovani diventa indispensabile. In questo senso i nostri ragazzi hanno dato e stanno dando molto. E qui si torna al valore del gruppo capace di sopperire per quanto possibile ad inconvenienti che nell’arco di una stagione sono da mettere in previsione”.
Distraendoci un attimo per guardare in casa d’altri, si può dire che Varese non soffra di certe vertigini e mal di testa vari.

“Al momento attuale è così ma non mi sembra giusto perder tempo guardando presunti o reali problemi di altri. Tanto meno stiamo ragionando in proiezione dell’attuale classifica. Dall’inizio stagione abbiamo pensato a ragionare giorno per giorno lavorando bene in settimana. Questa è la nostra filosofia e visti i risultati mi sembra opportuno continuare in questa direzione”.
Come si vive la partita al fianco di un coach iperattivo come Vitucci?

“Io penso che un allenatore debba credere nei progressi costanti dei propri giocatori. Frank lo crede sempre, in ogni istante, in allenamento come in partita, al di là di una vittoria o una sconfitta. Nessuno di noi, staff tecnico e giocatori, si accontenta di ciò che si mette in pratica sul campo. Soprattutto quando le cose vanno bene l’autocritica è il modo migliore per crescere singolarmente e insieme. Un comportamento che rende più facile accettare gli errori propri e dei compagni mantenendo la lucidità necessaria per rimediare migliorando se stessi e il gruppo”.
Da ciò che si vede e si sente dire viene spontaneo definire questo gruppo “tipi tosti”…

“Raccolgo l’assist e sottoscrivo! ‘Tipi Tosti’ è il nome di un gruppo di ragazzi che ho seguito per qualche tempo quando lavoravo a Pesaro come responsabile del settore giovanile della Scavolini. Sono ragazzi di un centro diurno di salute mentale ai quali viene data la possibilità di giocare a basket e a calcio. Un bell’esempio di sport utilizzato come strumento riabilitativo. Tipi tosti loro e chi si occupa di loro, operatori e volontari”.

 RB