Si parte sempre dall’1-0. Poi le partite possono avere sviluppi, narrativa interna ed esito non propriamente scontati. Ma con Marito in campo, la Pro Patria parte sempre dall’1-0. Nove gare, nove volte a segno (con dieci gol). La puntualità a rete di Mario Alberto Santana farebbe invidia alle ferrovie giapponesi. E nella quasi secolare storia biancoblu non c’è traccia di prestazioni paragonabili. Due terzi della produzione offensiva e 18 punti su 21 fanno capo al patagonico. Che ha realizzato 6 dei suoi 10 gol sullo 0-0. Come ieri contro il Caravaggio, quando ha sbloccato una gara diventata parecchio antipatica iniettando un ultimo quarto d’ora da sballo. “Siamo una squadra che regala emozioni”. Pensieri e parole di Javorcic decisamente compiaciuto dallo standard raggiunto dal gruppo.
In testa a pari punti con il Darfo Boario (ma con una gara in meno) e con un organico ancora non al completo. Di questi tempi l’anno passato, il Monza (che avrebbe poi vinto il campionato con 7 punti di vantaggio) era secondo imbattuto a meno uno dalla Pergolettese con percorso simile a quello attuale della Pro: 7 vittorie e 2 pareggi contro 6 successi e 3 pari. Gli scaramantici facciano gli scongiuri. Gli altri diano la caccia alle analogie.

A margine due considerazioni. La prima riguarda il cambio in porta. Se lo aspettavano in pochi. Tranne gli interessati ovviamente. Il sottile equilibrio delle gerarchie va maneggiato con estrema cura. Javorcic (e Rasori) hanno protetto Guadagnin (ri)lanciando Mangano. Gestione che comporta grande sensibilità. Solo il tempo ci dirà se la scelta è stata corretta.
Seconda riflessione su arbitri, rossi ed esultanze (più o meno) smodate. Per farla breve, sull’espulsione di Bortoluz post rete del 2-0 (a proposito, il mestrino ha avuto un impatto spaventoso). Tornando a bomba, i regolamenti sono una cosa. L’interpretazione un’altra. Forse ieri andava tutelata più la seconda dei primi. “Ma bisogna saper andare oltre queste cose”. Sempre pensieri e parole dello spalatino in panca. Nulla da aggiungere. Una volta di più.

Giovanni Castiglioni