“Ce l’abbiamo solo noi… ce l’abbiamo solo noi… Cecco!”, chissà quante volte in quella domenica dell’ottobre 2001 questo coro risuonò sotto la volta del palasport di Masnago… Cecco Vescovi s’avviava già alla parte terminale della sua carriera di giocatore, eppure in quella sesta giornata di campionato, con la maglia della Metis Varese, sfoderò una prestazione ad alto profilo.

Nell’arco di un torneo iniziato con le aspettative alte create dall’ingaggio di un presunto asso quale DeMarco Johnson che poi tale non si dimostrò in terra bosina, anche la vittoria interna contro l’Euro Roseto fu non senza patema d’animo per i tifosi varesini: 104-98 il punteggio, dopo un primo quarto da 32-17 per poi subire il recupero abruzzese e giocarsi i due punti nel finale.

Se quel match si chiuse con il successo degli uomini in avvio di stagione allenati da Giancarlo Sacco, che poi dovette cedere il suo posto in panchina dapprima a Dodo Colombo e infine al francese Gregor Beugnot, gran merito fu proprio di Cecco.

Lussuoso il tabellino anche in quella circostanza messo a referto dall’ala classe 1964, cresciuta nel vivaio Robur et Fides e poi al debutto in A nel torneo 1980/81 a soli 16 anni affiancando i grandi protagonisti dell’epopea gialloblù degli anni ‘70.

Ritornando alla partita del 14 ottobre 2001, per i rosetani del fromboliere Mario Boni fu impossibile imporre lo stop a Vescovi: alla sirena conclusiva furono 24 i suoi punti, con un ottimo 50% da oltre l’arco dei tre punti (2/4) e soprattutto un eccellente 7/10 in penetrazioni e nelle conclusioni da due.

Di certo non fu la prestazione più rilevante di una carriera straordinaria nel mondo del basket, continuata poi con l’impegno a livello dirigenziale e da allenatore a vari livelli. Altrettanto sicuramente, però, anche quella volta Cecco dimostrò quanto talento atletico e tecnico ci fosse in lui, ma soprattutto quanta capacità volitiva e quanta determinazione caratterizzassero (e tuttora caratterizzano) una figura di cestista e di uomo per quale c’è chi non ha esitato a chiedere una statua in piazza Monte Grappa!

Antonio Franzi