La tranquillità in casa Varese è qualcosa che oramai non c’è più da tempo, ovvero da quando è venuta a mancare una vera e propria solidità societaria, assente tanto nel prefallimento del Varese 1910 (estate 2015) quanto nell’epoca post, ovvero da due stagioni a questa parte. Ripartire dall’Eccellenza con una nuova e variegata società si è rivelata la scelta giusta per ritrovare l’entusiasmo biancorosso che era stato perduto, ma dal punto di vista dirigenziale è stato un autentico flop. Da parte dei vertici societari sono venute a galla visioni diverse, poca unità d’intenti e una gestione economica che evidentemente non ha funzionato.

La scorsa stagione è stata quella più turbolenta dal punto di vista societario, ma nemmeno quest’anno le cose sembrano andare per il verso giusto. Il vasto organigramma estivo con Aldo Taddeo al di sopra di tutti si è man mano smembrato (via il dg Foresti, poi lo stesso Taddeo e di conseguenza anche l’amministratore delegato Martignoni) al punto che Paolo Basile è rimasto l’unico dirigente in carica. Edoardo Russo e Matt Reaser sembrano essersi disimpegnati e proprio nel momento in cui la squadra sembra aver trovato il giusto equilibrio (non perde da quattro partite), ecco che sul Varese si abbatte una nuova crisi societaria. Riuscirà Paolo Basile ad andare avanti da solo? “E’ praticamente impossibile” e a dirlo è lui in prima persona. “Sono solo da quattro mesi e non è facile. Ho provato, lo sto facendo tuttora, a coinvolgere la città; vedremo se ci sarà qualcuno disposto ad aiutarmi”.

Tra le personalità che potevano essere coinvolte c’era Pietro Vavassori: “Ci siamo incontrati mesi fa – conferma Basile -. Lui voleva sincerarsi di come andavano le cose, ecco perché sono rimasto solo”.
Ieri Basile non ha seguito la squadra in trasferta a Olginate e la sua assenza “E’ balzata all’occhio ai maligni – dice -. Avevo la febbre alta e qualcuno ci ha subito visto del marcio; questa cosa mi deprime ancora di più. Sto lavorando duramente tutti i giorni, sono in sede fino alle 9 di sera e non posso concedermi l’influenza che subito si pensa che sia sparito. Lo trovo assurdo”.

Come sono messe le casse del Varese in vista delle prossime scadenze? “La prossima scadenza sono gli stipendi del 20 novembre. Sto facendo di tutto per tenere in piedi il Varese, ma le difficoltà, arrivati a questo punto, sono innegabili”.
E se un aiuto esterno non dovesse arrivare? “Non so rispondere, ci penseremo. Io non sono uno che punta a fare calcio, due anni fa mi è stato semplicemente chiesto di aiutare il Varese e l’ho fatto. Spero arrivi qualcuno che voglia bene a questi colori e sia disposto a darmi una mano. Vogliamo tutelare il patriminio del Settore Giovanile”.
C’è la possibilità della consegna delle “chiavi” al sindaco? “A differenza di quanto ho letto, mercoledì non ho alcun incontro fissato col sindaco”.
Infine, il capitolo squadra: “Purtroppo la partenza negativa non ci ha dato una mano, ma al momento la partita più importante da giocare è fuori dal campo”.

Elisa Cascioli