Sono passati due giorni, ma nella mente dei tifosi biancorossi scorrono ancora le immagini della grande impresa contro una Trento che arrivava al PALA2A con forte voglia di riscattarsi dopo un inizio di campionato al di sotto delle aspettative. Varese però si è fatta trovare pronta fin dalla palla a due e non ha concesso ai bianconeri nessuna chance di successo.

Il fattore chiave della vittoria della Openjobmetis è stato sicuramente il carico di energia con cui Ferrero e compagni hanno approcciato la gara: la Dolomiti Energia è parsa sopraffatta, forse stanca per le fatiche di coppa, e non ha potuto nulla già nel primo quarto contro una squadra che ha messo in campo una difesa aggressiva e la capacità di trovare sempre la soluzione vincente nell’altra metà campo.

Dire che la partita si è risolta già nel primo periodo sarebbe una forzatura perché comunque Trento ha provato – attraverso la difesa fisica e la versatilità di alcuni elementi del team bianconero – più volte ad imbrigliare l’attacco di Caja, ma è evidente che un primo quarto chiuso con 19 punti di vantaggio costituisce già di per sé un primo importante mattoncino per costruire una vittoria.

In quest’ottica sono parse fondamentali alcune scelte di Caja e del suo staff, prima fra tutte quella di schierare in quintetto Norvel Pelle contro uno starting five atletico ma certamente sottodimensionato come quello di Buscaglia. Il piano partita del primo quarto è stato proprio orientato alla ricerca di Pelle, soprattutto dopo che i blocchi iniziali avevano forzato un cambio nella difesa bianconera.

Il centro caraibico (8 punti nel primo quarto) ha fatto la differenza nel pitturato ed è stato uno dei motivi – assieme a Waller e Okoye, entrambi autori di 7 punti nella prima frazione di gioco – della fuga biancorossa. Poi, però, Varese è stata anche bravissima a mantenere questo vantaggio nei quarti successivi, facendo crollare una dopo l’altra le certezze di una Trento che è stata alla lunga costretta ad arrendersi. Non è un caso che la squadra ospite sia riuscita a rientrare al massimo fino al -14 (al 15’) e sia poi scivolata anche fino al -35 di metà quarto quarto.

Questo è stato possibile grazie al contributo dell’intero organico biancorosso, che ha mantenuto alta l’intensità in ogni momento della gara e ha fornito segnali importantissimi in vista del prosieguo della stagione. Non per niente, tra i giocatori di rotazione, soltanto Matteo Tambone (9 minuti totali) ha avuto un plus/minus negativo (-2), dovuto principalmente al fatto di aver partecipato ad un finale di gara in cui Trento ha centrato più volte il bersaglio.

La fotografia della partita è il timeout chiamato da Buscaglia a terzo quarto praticamente finito dopo che Varese aveva per due volte segnato in contropiede contro una difesa ormai scomparsa dal parquet: quelle due situazioni hanno certificato la resa di Trento dinanzi ad una squadra che ha saputo mettere in campo più grinta, più fame e soprattutto più energia. Considerando che i bianconeri un anno fa proprio sull’energia hanno costruito una cavalcata fino alla finale Scudetto, questo fatto risulta alquanto indicativo.

Varese ha saputo primeggiare per intensità difensiva, circolazione di palla (19 assist complessivi) e anche nel tiro da tre (11/23), pur avendo cercato primariamente la conclusione all’interno dell’area (23/36 da due). Ne hanno beneficiato tutti, con ben cinque giocatori in doppia cifra e un Wells (15 punti e 3 assist) che ha confermato le buonissime impressioni destate contro Pistoia. Lo spirito di questa Varese potrebbe anche permettere di vivere un campionato superiore alle aspettative, la strada da percorrere è quella del lavoro e dell’attenzione costante.

Filippo Antonelli