10 anni ad Asiago, 2 scudetti, 2 Coppa Italia e una Supercoppa Italiana: è questo il palmares di Fabio Rigoni, l’elemento di maggiore esperienza e forse anche di maggiore carisma dei Bandits Varese.
La sua carriera parla da sé: Asiago, Pergine, Valpellice, Torino, Trento, Gardena, Chiavenna, Feltre, Caldaro e Varese, oltre a quella azzurra della nazionale, sono le maglie che finora ha vestito e la sensazione è che non voglia fermarsi nonostante i 38 anni compiuti da poco. «Sono molto contento di quello che ho fatto in questi anni. Diciamo che di hockey ne ho visto e giocato tantissimo, ma non mi sento arrivato. Ho ancora passione e desiderio di scendere in pista».

Di ricordi, inevitabilmente, ne ha tantissimi, ma Rigoni ne ha uno particolare: «Non potrò mai dimenticare il mio primo scudetto vinto ad Asiago, tra l’altro in trasferta a Milano. I tifosi erano partiti da Asiago per vederci addirittura con 180 macchine; in pratica tutto il paese ci ha scortati in autostrada fino al capoluogo meneghino, facendo una lunga colonna di automobili. Una volta conquistato il tricolore, in piazza ad Asiago c’è stata una grandissima festa. Avevo 21 anni ed è stato fantastico essere parte di quel gruppo vincente».
Con l’Italia, invece, la memoria va ad un tour negli Stati Uniti: «Abbiamo giocato nei migliori palazzetti del ghiaccio e il più bello è sicuramente l’Honda Center di Anaheim, vicino a Los Angeles. Grazie all’hockey ho potuto fare molte esperienze e conoscere luoghi che forse non avrei mai visitato».

Ora è tornato a Varese, dove era già stato nella stagione 2008/2009 in A2. «Già allora mi ero innamorato della città. Quando in estate sono stato contattato, mi è piaciuto fin da subito il progetto e la volontà della dirigenza di tornare a fare una squadra il più competitiva possibile – continua Rigoni -. Nonostante avessi anche altre proposte sul piatto, ho detto di sì a Varese dove mi sono rimesso in discussione e ho accettato un’altra sfida. Al momento sono soddisfatto della mia scelta, anche se non è mai semplice arrivare in un gruppo nuovo dove tutti, o quasi, si conoscono già».
Il suo compito è quello di portare esperienza e qualità ad una squadra formata solo da ragazzi varesini: «In ogni allenamento e in ogni partita do il massimo dal punto di vista tecnico, tattico e anche delle motivazioni. Ho un carattere piuttosto deciso e schietto e credo che nell’hockey questo sia un elemento positivo: non serve indorare la pillola nelle situazioni di difficoltà, ma si deve lavorare e cercare a migliorarsi per puntare solo ed esclusivamente al successo».

L’avvio di campionato dei Bandits è stato ottimo; poi, tuttavia, sono arrivate alcune sconfitte di fila non digerite del tutto da Rigoni: «Possiamo fare decisamente meglio. Siamo partiti benissimo, ma poi abbiamo forse perduto un po’ la retta via. Credo che durante la stagione sia normale avere degli alti e bassi e in questo momento vogliamo risalire tutti insieme la china per arrivare a chiudere la stagione regolare al sesto posto».
Per tornare ad essere brillanti come nelle prime giornate, il difensore numero 66 prova a dare una ricetta: «Ci vuole più disciplina. Subendo meno penalità sono sicuro che riusciremmo a tenere più inviolata la nostra porta; in parità numerica, infatti, ci difendiamo molto bene e non è facile segnarci. In attacco servirebbe più precisione nelle conclusioni, ma anche su questo aspetto ci stiamo lavorando».

Laura Paganini
(foto di Luca Mutti)