Per uno che ha frequentato, con successo, un College Militare non è mai un problema rispondere “Signorsì, signore!” e mettersi al servizio di chi impartisce gli ordini. Così, contro Capo D’Orlando, Cameron Wells visto che l’attacco non “entrava”  ha risposto positivamente all’invito perentorio di coach Caja: “Fermate il soldato Maynor!”. Detto, fatto: Eric Maynor pressato senza pietà, messo in un angolo cestisticamente impacchettato, et voilà, squadra siciliana rispedita nell’isola con un pesante passivo.
“La partita in effetti è andata proprio così o – dice Cameron -, anche così. Nel nostro piano gara c’era un obiettivo ben preciso: evitare che un giocatore potenzialmente trascinante come Maynor entrasse in ritmo dando fiducia alla sua squadra. Abbiamo lavorato molto bene su questo aspetto e fin dal salto a due abbiamo impedito a Capo d’Orlando di entrare in partita. Poi, aggiungo, in attacco oltre alla grande partita di Cain, abbiamo avuto molto dai compagni usciti dalla panchina e, alla fine dei conti, siamo stati bravi a rendere facile una gara che sulla carta presentava qualche rischio”.

La classifica vi piazza a quota 8 punti insieme ad altre cinque formazioni: cosa suggerisce una situazione del genere?
“Una sola cosa: sarà battaglia vera e durissima per arrivare in fondo e sbarcare nei playoff che – continua Cameron – rappresentano il nostro traguardo stagionale. Un obiettivo che considero realisticamente alla nostra portata anche se, in un campionato come quello italiano, competitivo ed equilibrato allo spasimo, non c’è nulla di scontato. Del resto, basta gettare un occhio ai risultati che si verificano ogni domenica per capire che, davvero, non si possono fare previsioni. Bisogna solo darci dentro e impegnarsi al massimo gara dopo gara”.

Cameron, uno dei volti nuovi della Openjobmetis edizione 2017-2018, è un giovane uomo (classe 1988) che arriva da Bellaire, Texas, ed è cresciuto in una famiglia innamorata del basket – papà Ronald e anche suo fratello hanno giocato a pallacanestro all’Università – e la palla a spicchi sarà, forse, probabilmente, la sua professione anche nel futuro visto che è laureato in scienze motorie. Cameron, che giudizio dai ai tuoi primi tre mesi italiani?
“Premessa doverosa: so che le aspettative sul mio conto sono elevate e, del resto, io stesso mi metto tanta pressione perchè, dopo l’esperienza positiva in Germania, voglio fare bene anche in Italia. Tra l’altro a Varese io e la mia famiglia – la moglie Lawa e la loro bambina Eden -, stiamo benissimo, i tifosi sono sempre presenti e mostrano sempre grande affetto. Come giocatore professionista non posso chiedere di meglio. Quindi, per rispondere alla tua domanda, dico che essendo molto esigente con me stesso, non sono granchè soddisfatto del mio rendimento perchè ho avuto troppi alti e bassi con alcune gare abbastanza buone accanto ad altre insoddisfacenti. Insomma: posso fare meglio e migliorare sui due lati del campo. Lo devo alla mia persona, ai miei sforzi, al mio lavoro e, soprattutto, a Varese, un club davvero organizzato, che mi ha dato fiducia e, nei fatti (vedi contratto biennale, ndr) ha dimostrato di credere molto nelle mie qualità. Una fiducia che voglio ripagare e speriamo di farlo nel miglior modo possibile: vincendo sabato prossimo a Reggio Emilia. Una vittoria in trasferta che ancora ci manca e – conclude il regista di Varese -, avrebbe un grande valore contro una diretta concorrente”.

 Massimo Turconi