26 anni e una vita a giocare ad hockey per un’unica maglia, quella di Varese: si tratta dell’attaccante Daniele Di Vincenzo che, con questa disciplina e con il giallonero, ha un rapporto davvero speciale: «In tutta la mia carriera ho militato soltanto con Varese, che è la mia sola e unica squadra. Ho iniziato a 8 anni e ho percorso tutto l’iter del settore giovanile fino ad arrivare alla prima squadra. Non me ne sono mai andato, questa è casa mia e qui sto bene».

Ancor prima che nascesse, era destino che Daniele provasse a giocare ad hockey e si innamorasse della disciplina: «La mia famiglia è appassionata di hockey e tutti in qualche modo sono legati a questo sport: mia zia è Elena Torniero ed è stata nel gruppo della nazionale femminile, mio zio Giuseppe Torniero si è avvicinato anche lui all’hockey, mio zio Gianni non ha mai provato ma mi segue sempre e non si perde nemmeno una partita; mio fratello Cristiano, che è qualche anno più grande di me (classe 1983, ndr), ha fatto parte dei Mastini e ora gioca e allena in Svizzera tedesca. Inoltre, ho dei parenti in Canada, precisamente a Montréal, e lì l’hockey è uno degli sport più amati. Un giorno mi piacerebbe andare a trovarli e ad assistere ad un match; chissà se quest’estate non riesca a realizzare questo desiderio».

Nel frattempo, il presente è Varese e sono i Bandits: «Sono molto contento che si sia formata un’unica realtà nella nostra città. È un bene per l’hockey varesino e per noi ragazzi che ci troviamo tutti insieme. Con alcuni, Andreoni e Privitera, ad esempio, sono cresciuto e insieme condividiamo ricordi speciali come la vittoria del campionato Under 16. Altri, magari più grandi di me, sono stati invece compagni di mio fratello».
Se ad introdurlo nel mondo dell’hockey è stato proprio il fratello, è attorno ai 13 anni che si è definito il ruolo di Daniele, quello di attaccante: «Dai 6 agli 11 anni mi hanno impiegato come difensore; poi, dopo un paio di stagioni di pausa, ho ripreso ad allenarmi ad hockey e mi hanno spostato in attacco. Direi che l’attacco è la mia posizione e mi riesce sicuramente meglio che stare in difesa. Dovrei però segnare di più, lo ammetto: sono uno che pattina tanto, anzi tantissimo, ma a fare gol sono quasi sempre gli altri».

Contro il Como, Varese è riuscita a mettere a segno quattro reti e, finalmente, a concretizzare un po’ di più davanti alla gabbia avversaria: «Era una partita molto sentita e ci tenevamo a vincerla dopo la sconfitta rimediata in casa loro nella sfida di ritorno della prima fase. Per anni abbiamo sempre perso il derby contro di loro, adesso il trend sembra essersi invertito. Domenica siamo stati bravi». Anche sul 4-3 quando si è trattato di soffrire, Di Vincenzo non ha avuto dubbi: «Non ho mai pensato che potessero batterci, sono sempre stato fiducioso e positivo. Quando siamo riusciti ad uscire indenni da alcune situazioni di inferiorità numerica, ho capito che era fatta. Abbiamo vinto con merito».

Il sorpasso sul Como è compiuto, ma per staccare il pass per i playoff c’è ancora un po’ di strada: «Ce la faremo, ne sono certo. Abbiamo sprecato qualche occasione di troppo durante la prima fase, ma adesso, consci di non poterci più permettere distrazioni, siamo concentrati sull’obiettivo. E, realisticamente, abbiamo le potenzialità e le qualità per qualificarci ai playoff. È tutto nelle nostre mani». A cominciare da domani sera (ore 20.30 al PalAlbani) contro il Chiavenna.

Laura Paganini
(foto di Luca Mutti)