Il test amichevole di sabato con il Renate (ore 14.30, stadio “Speroni”), può presentare almeno due diversi piani di lettura. Dal punto di vista strettamente tecnico, l’incrocio permetterà ad entrambe di tenere la gamba calda aspettando la ripresa del campionato. La Pro Patria in vetta al Girone B di Serie D riallaccerà le cinture domenica 4 febbraio in trasferta con il Crema. I neroazzurri brianzoli sono invece secondi nel Girone B di Serie C a meno 5 dal Padova dopo aver perso ieri 2-0 a Bergamo contro l’AlbinoLeffe nel posticipo. Sabato 3 li attende la Reggiana dopo il forzato turno di sosta per la nota defezione del Modena.

Renate calcioQuesto sul campo. Con l’auspicio (tutto biancoblu), di potersi ritrovare la prossima stagione nell’attuale categoria delle pantere. Sempre che le stesse non portino a termine un salto in alto attualmente non così improponibile. Ma al di là della contingenza, quello che il Renate può davvero rappresentare per la Pro Patria è un punto di riferimento. In qualche modo, un modello da imitare. Società radicata sul territorio (la diarchia Citterio/Spreafico è ormai un’istituzione), rosa dall’età media piuttosto bassa (poco più di 24 anni), budget a misura (intorno al 30° posto tra i 57 club di terza serie), organico costruito grazie a consolidate relazioni con squadre di vertice del nostro calcio (in particolare l’Inter). Peculiarità frutto di un lavoro d’insieme in cui spiccano le figure del DS Oscar Magoni (già allenatore), e, soprattutto di Massimo Crippa, DG e spin doctor delle strategie societarie.

La sensazione è che nella mente (e nei progetti) di Patrizia Testa ci sia qualcosa di simile. Contando (va da sé), sulla possibilità di centrare la promozione al termine di questo campionato. E (per osmosi), sulla convinzione di poter così attrarre nuovi partner. Dopo il fallimento della trattativa con il ticket Galli/Simonini della scorsa tarda primavera, i requisiti minimi al dialogo erano stati sdoganati dalla presidentessa tigrotta in modo forte e chiaro: “Voglio soci, non padroni”. Presupposto che (sempre a naso), rende lo scenario Calleri (al momento), poco più di una suggestione. Tanto più che la vicenda è in caldo da un paio di mesi e se non ha ancora vissuto un’accelerazione è (si suppone), per volontà della stessa Testa. Nel frattempo, proseguono altri contatti “minori”. Insomma, tutto fa brodo.

La prossima stagione non è poi così lontana. Programmarla per tempo più che una scelta potrebbe diventare una necessità.

Giovanni Castiglioni