Botta e risposta. O stoccata e parata. O ancora, apertura e vista. Insomma, la Pro Patria vince sabato a Crema e il Rezzato fa altrettanto ieri contro la Virtus Bergamo. Sarà così sino alla fine della stagione. Solo che in contemporanea. Più che un testa a testa, un corpo a corpo. Con due avversari così diversi che più diversi non si può. E con un unico obiettivo: la promozione diretta. Perché i playoff (ormai l’abbiamo capito), sono più inutili dei consigli estivi contro i colpi di calore. Sono sempre quelli e non fanno mai effetto.

Il primato biancoblu è durato solo 24 ore. Anche se i bresciani di Filippini hanno una gara in più e la classifica (per conseguenza), non può essere considerata omogenea. A chi bastano 2 gol per fare 6 punti (doppio 1-0 con Grumellese e Crema). E chi ne segna 3 in 12 minuti per ribaltare lo svantaggio iniziale (ad Alzano è poi finita 1-4). Miglior difesa, quella tigrotta con 15 reti subite e 12 clean sheet in 23 partite. Contro miglior attacco, quello del Rezzato con 52 reti e all’asciutto solo 3 volte in stagione. Curiosamente, sempre in casa (Virtus, Levico e Darfo). Cliché statistici ormai stranoti ma che come tutti i luoghi comuni un fondo di verità lo nascondono comunque.

La vera differenza è però un’altra. Lo stellone della Pro Patria opposto alle ambizioni del Rezzato. Sfida senza storia negli almanacchi ma con pieno diritto di cittadinanza sul campo. Quanto conterà davvero la spinta del passato e la passione del popolo biancoblu? Nella risposta a questa domanda c’è (forse) anche l’esito dell’intera stagione.

Giovanni Castiglioni