Chi meglio di Sergio Gianoli, che si occupa da anni del mondo delle due ruote, può esprimersi riguardo allo sviluppo del ciclismo nella nostra provincia?
Giornalista dal 1989, è consulente della Federazione Ciclistica Italiana. Prende parte all’organizzazione di eventi ciclistici in cooperazione con le società varesotte come la “CicloVarese Challenge“, ma anche gare a scopo benefico come la gara non competitiva “Pedala con i Campioni“. Quest’ultima, nata nel 1999, si tiene ogni anno l’8 dicembre e si pone come scopo quello di aiutare le associazioni del nostro territorio.

E’ proprio Gianoli che accenna al particolare momento che sta vivendo il ciclismo nel nostro territorio, specialmente quello giovanile: “In provincia sono presenti ben 49 società federali a livello giovanile e c’è una grande affluenza di bambini e ragazzini soprattutto fino alla categoria dei giovanissimi, ossia al di sotto dei 12 anni. Questo accade perché fino a quell’età l’attività ciclistica non risulta molto impegnativa per i ragazzi, che svolgono allenamenti e gare su strade chiuse e quindi sicure. Quando si passa alla categoria esordienti e cioè all’età di 13 anni, però, comincia un altro discorso e purtroppo c’è un fuggi fuggi generale. Crescendo, infatti, sono in molti a rinunciare a questo sport che inizia a farsi un po’ più “serio”: gli allenamenti, oltre a farsi più duri, sono più numerosi e si svolgono su strade pubbliche dove circolano le macchine. Quest’ultima cosa preoccupa i genitori che spesso si oppongono al mandare i propri figli ad allenarsi per le strade, con tutti i pericoli che possono esserci”.
Ma non c’è solo questo: “Un altro “pericolo” che provoca disinteresse nei confronti del mondo del ciclismo – continua Gianoli – è il collegamento che viene fatto con il doping. E’ un’associazione impropria perchè purtroppo il doping può essere presente in qualsiasi sport. Nel ciclismo questo fenomeno è molto più sentito perché c’è un numero maggiore di controlli che servono, per l’appunto, a rendere la disciplina più sicura e a punire coloro che si avvalgono di comportamenti scorretti”.

Se da ragazzi si tende a rinunciare a praticare ciclismo, non è così per gli adulti. “A livello amatoriale il numero di varesini che si dedicano alle due ruote sono veramente tantissimi: l’ACSI, che si occupa delle attività ciclo amatoriali, conta ben 1800 tesserati. Il tesseramento può essere fatto da chiunque, non solo da chi gareggia ma anche per chi la bicicletta è soltanto un hobby, visto che tra i vari vantaggi garantisce una copertura assicurativa”.

Nonostante tutto, il ciclismo è ancora uno degli sport più praticati e amati nella nostra provincia che ha dato al movimento nazionale tanti atleti di grande valore. Chissà che nella stagione che sta per iniziare (il 9 marzo all’Hotel La Bussola di Cittiglio si terrà la presentazione del calendario delle attività proposte per il 2018) non possa sbocciare qualche altro talento.

Gabriele Prini

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