Non bastasse il rallentamento in campionato, in questi giorni a turbare il cielo sopra la Pro Patria ci si è messa anche l’azione legale intrapresa da Patrizia Testa nei confronti dell’ex patron Pietro Vavassori. Ne ha scritto oggi anche il quotidiano La Prealpina. In parole poverissime, l’oggetto del contendere sarebbe un vecchio debito Enpals non segnalato all’atto del passaggio di quote ed ereditato dallo stesso numero uno di ItalSempione dalla precedente proprietà. Non avendo consultato le carte, qualsiasi considerazione rischia di lasciare il tempo trovato. Quindi, meglio astenersi. Tanto più che in Italia tempi ed esiti delle cause civili sono patrimonio più del destino che della giustizia. Ed un preventivo accordo tra le parti è con larga frequenza la soluzione più praticata. Per la cronaca, in questo caso stiamo parlando di una vicenda datata settembre 2015 e di un debito risalente a circa 4 anni prima.   

Ma il punto è come sempre (o spesso), un altro. Patrizia Testa ha più volte sollecitato imprenditoria e istituzioni locali circa un supporto nella gestione del club. Lasciando intendere che (a prescindere dalla categoria), un’altra stagione come questa sarebbe per lei molto impegnativa. Nei mesi scorsi si è registrato un contatto con Marco Calleri (figlio d’arte societaria e rappresentante di un gruppo di imprenditori interessati al sodalizio biancoblu). Sottotraccia (chissà?) potrebbe ancora scorrere il fiume carsico di un possibile ritorno di fiamma dell’accordo sfumato nel maggio scorso (Busto 81 e dintorni per intendersi). Insomma, al di là delle apparenze, in pentola qualcosa bolle per davvero. Quanto il debito di cui sopra potrà incidere nelle trattative presenti e future? E quale peso avrà nel rinnovo della convenzione per l’utilizzo dello “Speroni” e dei campi di allenamento? Le domande vere hanno tutta l’aria di essere queste. Mentre l’esito della vertenza processuale più che alla luna sembra tanto assomigliare al dito.              

Giovanni Castiglioni