rezzatoDalla passione alla malattia a volte è un attimo. Limite ampiamente valicato ieri da due Pro Patria addicted in gita di piacere (visto l’esito del match) al Rezzato Stadium per la sfida tra i locali e la Bustese dell’ex Giò Cusatis.
Andrea Scalvi e Alessandro Bianchi (in foto in alto) si sono sciroppati i 136 km (tanti all’andata, altrettanti al ritorno) che separano lo “Speroni” dal campo della capolista per inseguire la speranza di un passo falso dei bresciani dopo 11 successi consecutivi. Speranza accolta e meno 8 in classifica congelato al lordo delle due gare da recuperare dalla formazione di Javorcic. Serviva Bust Picul per ridare fiato a Busti Gràndi.

Paradosso toponomastico colto appieno da Scalvi: “Finire a meno 11 dal Rezzato sarebbe stata la pietra tombale sui nostri sogni di promozione. Quindi era indispensabile un’impresa. Dopo aver avvisato il nostro ex mister Cusatis che avrebbe avuto due tifosi in più (“Voi siete fuori di testa”, con emoticon sorridente la sua risposta), siamo partiti. I gol di Santonocito e Orchi ci hanno fatto esultare come i più passionali tifosi della Bustese. Il go del Rezzato ci ha fatto temere una rimonta. Crederci sempre…e il secondo tempo di grande carattere e cuore della Bustese ha fatto il resto: 1-2 finale! A fine gara grande esultanza con Cusatis (grazie mister!) che ci ha caricato: “Ragazzi, noi abbiamo fatto l’impresa. Ora tocca a voi!”. Adesso è davvero un campionato riaperto”.
La Pro Patria è (quasi) tornata padrona del suo destino. Anche grazie alla passione/malattia di due tifosi in servizio permanente effettivo.     

Giovanni Castiglioni