Dopo la gara d’andata sembrava impossibile, eppure a questo punto della stagione la Openjobmetis è a -2 in classifica dalla Virtus Bologna e potrebbe raggiungerla in caso di vittoria nello scontro diretto in programma al PalaDozza per domenica 22 aprile (ore 18.30). Scalare un’altra posizione, per Varese, potrebbe significare balzare al sesto posto ed evitare pericolosi incroci al primo turno con Milano o Venezia.

Ma non corriamo troppo: c’è prima da affrontare un’avversaria che, in questo girone di ritorno, sta riuscendo a risultare vittoriosa anche al termine di quei finali punto a punto che all’andata erano stati quasi sempre – tranne che a Masnago – fatali alla compagine bianconera. La Virtus è reduce da un successo di misura sul campo di Torino, ispirato dai 18 punti del centro di riserva Kenny Lawson.

La buona notizia per Varese è che mancherà per infortunio Alessandro Gentile (17.4 punti e 6.5 rimbalzi), autentico protagonista della gara d’andata con 32 punti, 6 rimbalzi e 12/17 da due punti. Assente anche Michael Umeh (8.9 punti e il 40.7% dall’arco), uscito in stampelle dalla trasferta di Torino: nella giornata di giovedì, la Virtus ha dichiarato che il giocatore non sarà della partita.

Affrontare una Virtus così incerottata può rappresentare per Varese un’occasione da non perdere, anche perché una vittoria significherebbe mettere almeno un piede (e forse qualcosa di più) nei Playoff. Non che le assenze di Gentile e Umeh possano permettere di sottovalutare una squadra che ha comunque in organico giocatori che, in passato, hanno giocato l’Eurolega e hanno grande esperienza e talento.

Il playmaker della Virtus è Oliver Lafayette (8.3 punti e 3.2 assist con il 40.7% da tre), che nel 2016 ha vinto uno Scudetto con Milano; il giocatore di passaporto croato si alterna in regia con Stefano Gentile (5.7 punti e 41.4% dal perimetro). Sta trovando un po’ di spazio anche il giovane Alessandro Pajola (1.8 punti in 10.6 minuti di utilizzo), che è sceso in campo in tredici gare e a Torino ha giocato per 18 minuti.

In assenza di Alessandro Gentile, il realizzatore principale della Virtus è ovviamente Pietro Aradori (15.3 punti e 4.5 rimbalzi): all’andata l’ex giocatore – tra le altre – di Milano e Cantù ha collezionato 17 punti e 10 rimbalzi. Ad Aradori saranno richiesti gli straordinari perché, sostanzialmente, il reparto esterni dei bianconeri sarà limitato – a meno che non recuperi Umeh – a questi quattro elementi.

La squadra è molto corta anche per quanto riguarda le ali – da tempo la dirigenza delle Vu Nere sta cercando un rinforzo sul mercato in questo ruolo, senza esiti – e i minuti verranno spartiti tra Filippo Baldi Rossi (5.8 punti e 3.7 rimbalzi) e Klaudio Ndoja (5.3 punti con il 38.7% da tre). Questi due giocatori garantiscono versatilità, buona mano e pericolosità sul perimetro, ma non si distinguono particolarmente per atletismo o per le caratteristiche fisiche.

Sotto canestro sono in calo le prestazioni di Marcus Slaughter (9.1 punti e 7 rimbalzi), anch’egli influenzato da problemi fisici, dopo una parte centrale di stagione letteralmente spettacolare. Per questo motivo è diventato ancora più importante il ruolo di Kenny Lawson (8.2 punti e 3.4 rimbalzi): il suo impatto dalla panchina risulta spesso decisivo, tanto che Lawson segna quasi 10 punti di media nelle vittorie e meno di 7 nelle sconfitte.

La Virtus è naturalmente una squadra piena di talento e difficile da affrontare, anche perché deve vincere per consolidare la sua posizione tra le prime otto. Eppure, con una Varese così in forma e con così tanti problemi fisici per alcuni giocatori centrali dei padroni di casa, sarebbe impensabile non ritenere concreta la possibilità di violare il PalaDozza. Se alla Openjobmetis riuscisse anche questa impresa, allora l’ipotesi Playoff diventerebbe quasi una certezza.

Filippo Antonelli