3562 chilometri da Gerusalemme a Roma per l’edizione 2018 del Giro d’Italia, andiamo ad individuare i nomi dei pretendenti alla maglia rosa. Partiamo innanzitutto dal vincitore della scorsa edizione, il campione del mondo a cronometro Tom Dumoulin (foto in basso). Dalla sua ci sono le prove contro il tempo. Nella frazione odierna il capitano della Sunweb potrebbe tranquillamente tornare a vestire la maglia di leader, ma la seconda cronometro è solamente un puntino in grado di fare la differenza per la classifica generale. Infatti, quest’ultima prova contro il tempo, si ritrova chiusa tra il weekend Zoncolan-Sappada, e le tappe tremende e decisive in Piemonte. Qui nessun big potrà permettersi di sgarrare. Non conosciamo lo stato fisico dell’olandese, però chissà, potrebbe nuovamente sorprenderci come ha già fatto nel 2017.

In casa Italia, la nostra grande speranza è Fabio Aru. Il corridore sardo ha sempre avuto diverse difficoltà nelle corse a tappe, non riuscendo mai a dare il 100% durante le tre settimane di gara. Nessun problema sulle grandi salite; potrebbe tranquillamente aggiudicarsi una vittoria di tappa, strappare qualche secondo ai diretti avversari, ma la vera incognita resta la continuità di ritmo in corsa, che ha sempre segnato il suo andamento nella classifica generale dei grandi giri.

giro 4 - froomeAndiamo avanti parlando della star di questo Giro: Chris Froome (foto a lato). Probabilmente il vero favorito per la vittoria finale. L’inglese, attualmente in attesa della sentenza riguardante la sua positività al salbutamolo, riscontrata nel settembre dell’anno scorso, è in assoluto la presenza più ingombrante tra tutti i big. Vincitore di quattro Tour de France in cinque anni, e della Vuelta 2017, il capitano del Team Sky, parte con i gradi del più forte corridore di corse a tappe degli ultimi tempi. Va detto però, che è al debutto della corsa rosa, anche se non esiste salita in grado di spaventarlo. Non conosciamo bene la sua condizione attuale, ma è un grande calcolatore di corse a tappe, e non ha mai sbagliato strategia, vincendo con organici di squadra sempre ad alti livelli, e con un’intelligenza e una freddezza da far impallidire.

Voliamo oltreoceano, nella terra che continua a sfornare scalatori di alto livello. Stiamo parlando della Colombia, il cui corridore di riferimento è senza ombra di dubbio Miguel Angel Lopez, capitano dell’Astana, squadra diretta dal nostro Stefano Zanini. L’”escarabajo” (tipico soprannome dei ciclisti colombiani) si è fatto notare dal pubblico internazionale nell’ultima edizione della Vuelta Espana. Il suo percorso di avvicinamento verso il Giro, l’ha messo di diritto tra i papabili per la vittoria finale, dopo aver conquistato una tappa e il terzo posto nella classifica generale del Tour of the Alps. Ha dalla sua una squadra molto determinata e tante salite che sono pane per i suoi denti. I due punti a sfavore sono le cronometro e la giovane età. Ma Miguel Angel è un talento che sta esplodendo sempre di più, gara dopo gara, e non tarderà molto nel confrontarsi ad armi pari con i “veterani” dei grandi giri.

Poi c’è un ragazzo, che nel suo paese è diventato oramai un idolo indiscusso, e la speranza più bella per le corse tappe. Lui è Thibaut Pinot, il francese della Groupama-FDJ, fresco vincitore del Tour of the Alps. Negli ultimi tempi, ha acquisito una maturità tale da potersi misurare tranquillamente con i pretendi alla classifica generale. Ha già conquistato un podio nel Tour de France del 2014, quello vinto dal nostro Vincenzo Nibali; ma l’anno scorso, si è letteralmente innamorato dell’Italia, mettendo subito nel mirino anche questa edizione del Giro. Al suo servizio quasi tutto l’organico di compagni di squadra che l’avevano accompagnato alla corsa rosa del 2017. Si difende bene con le cronometro, soffre un po’, ma si presenta al via da Israele con una condizione ancor migliore rispetto alla scorsa edizione del Giro. Di sicuro è uno dei grandissimi favoriti per un posto di diritto sul podio di Roma.

giro 3 - dumoulinPiccola chiosa con alcuni possibili outsider come: Domenico Pozzovivo, capitano della Bahrain-Merida e grande esperto di corse a tappe, Nicholas Roche della BMC, da sempre a ridosso delle posizioni più alte nelle classifiche dei grandi giri. Davide Formolo (BORA-Hansgrohe) la stella nascente del ciclismo italiano, giovane ma da sempre attivissimo sin dal suo passaggio tra i professionisti. Esteban Chaves, il piccolo corridore colombiano della Mitchelton-Scott, vincitore del Giro di Lombardia del 2016, e nello stesso anno, secondo classificato della corsa rosa dietro a Vincenzo Nibali, in casa Trek-Segafredo potrebbero esserci due carte da giocare per la classifica finale, con il nostro Gianluca Brambilla e il sudamericano Jarlinson Pantano, ma ancora non si conoscono le loro condizioni attuali. Infine, Diego Ulissi, compagno di squadra di Fabio Aru, seconda pedina per la UAE, in supporto del sardo, ma con qualche ambizione personale o per una vittoria di tappa o per la classifica generale

Lisa Guadagnini