Serviva una vittoria e la vittoria è arrivata. La numero dodici di questo girone di ritorno, l’ottava consecutiva. Una cavalcata trionfale quella di una Openjobmetis sempre più squadra e sempre più letale, maniacale nella cura dei dettagli e lucidissima nei momenti decisivi. Le contemporanee sconfitte di tutte le altre rivali – Sassari, Cantù e Bologna in aggiunta ovviamente a Cremona – ha decretato la qualificazione ai Playoff dei biancorossi.

Si partiva ad inizio campionato per ottenere la salvezza prima dell’ultima giornata e invece Varese ha finito per ottenere in anticipo un posto tra le prime otto. Un traguardo meritato, figlio di un lavoro quotidiano concreto e di una voglia di emergere che non è mai venuta a mancare, neanche nei momenti più difficili. Le scelte iniziali di Coldebella erano proprio indirizzate in quest’ottica: pescare giocatori affamati, ad un punto della carriera in cui c’era necessità di fare il salto di qualità.

E ce l’hanno fatta, a vario titolo, tutti i componenti del roster biancorosso: da Avramovic e Okoye, ieri giovani prospetti e oggi stelle della squadra, a Larson che ha dimostrato di poter essere un playmaker efficace anche in un campionato più competitivo rispetto a quello belga fino agli italiani Natali e Tambone che hanno sfruttato splendidamente la prima vera occasione in Serie A.

Tutti protagonisti, questo è un altro slogan – concreto e reale – della Openjobmetis 2017/2018: persino nella partita più importante, in cui sarebbe stato facile rimettere le responsabilità nelle mani dei fari dell’attacco, nessuno si è tirato indietro e i canestri più importanti, in fin dei conti, li ha segnati proprio Tambone. Senza dimenticare la tripla di capitan Ferrero che, anche se ha visto diminuire lo spazio a sua disposizione, risponde sempre presente quando viene chiamato in causa.

Larson, Avramovic, Okoye, Tambone, Ferrero, Natali… li abbiamo citati praticamente tutti, tranne due. Sulla carta i due lunghi, in pratica i due playmaker occulti della squadra: Siim-Sander Vene e Tyler Cain. Partita dopo partita, l’affiatamento tra i due è aumentato esponenzialmente e hanno dimostrato di poter fare letteralmente qualsiasi cosa su un campo da basket (in attacco e in difesa), senza mai sbagliare o forzare la giocata.

La qualificazione ai Playoff è, in questo caso più che mai, un traguardo di squadra: anche in questa versione della Openjobmetis c’è chi segna un punto in più o prende un rimbalzo in più, ma non c’è un giocatore che sia più determinante in maniera evidente rispetto ai compagni. Ognuno è chiamato a portare il suo mattoncino e gli incastri sono semplicemente perfetti: gli uomini della OJM si completano a vicenda e giocano l’uno per l’altro.

È presto per prevedere dove potrà arrivare questa squadra, anche perché non è ancora sicuro l’accoppiamento del primo turno dei Playoff (quasi certamente Brescia). Certo è che l’impresa più grande è già stata compiuta: risalire la china dall’ultimo posto in classifica, ritrovare una stagione con record di vittorie superiore al 50% – e conseguentemente i Playoff – dopo cinque lunghissimi anni, riaccendere l’entusiasmo del pubblico di Masnago. Comunque andrà a finire questa stagione, i ragazzi di Caja hanno già conquistato un posto nella gloriosissima storia della Pallacanestro Varese.
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Filippo Antonelli