Varese-Avellino 02 avramovicAvramovic: 8 Già la prima parte di stagione era stato un netto passo avanti rispetto all’anno scorso, ma la seconda…beh, ha vestito spesso i panni dell’autentico trascinatore realizzando 29 punti contro Brescia e Pesaro in campionato e viaggiando a 20 punti di media nei quarti. Ha raddrizzato anche il tiro pesante passando dal 17,6% dell’andata al 30% finale e spesso si è caricato la squadra sulle spalle per guidarla verso il successo. Il suo primo passo fulmineo è la carta migliore e l’incubo di parecchie difese. Ha le potenziali stimmate del leader e a 24 anni ancora da compiere ha ancora un ampio potenziale da esplorare: ha contratto anche per il prossimo anno a meno di importanti sirene europee. Chiude con 12,6 punti, il 53% da 2, 80% ai liberi e 2,2 assists.

17 varese-cremona nataliNatali: 6,5 Positivissima l’annata di esordio in serie A del figlio del mitico Gino. Usato spesso come specialista difensivo, ha saputo anche rendersi utile col suo tiro da fuori, alterno ma che spesso è entrato in momento caldi. Arrivato come decimo uomo, con sacrificio e impegno ha saputo ritagliarsi spazio e scalare gerarchie. Grande carattere, grandissimo cuore: i tifosi potranno rivedere Nicola anche il prossimo anno in virtù del biennale firmato l’estate scorsa. Chiude con 1,8 punti in 9′ col 53% da 2 e il 29% da 3.

Vene: 7 L’estone arrivato da Reggio a gennaio non ha impiegato molto tempo a far innamorare Varese del suo gioco. Grande sapienza cestistica da parte di Vene che ha fatto intravedere dei lampi nella splendida quartina contro Venezia, Milano, Cantù e Brescia per poi esplodere dopo la Coppa Italia. La sua prova migliore in campionato arriva nella cruciale sfida contro Cremona alla penultima giornata in cui ha mostrato tutto il suo repertorio. Così così nei playoff: nullo in gara 1, ruggente e graffiante in gara 2 per poi non lasciar traccia in gara 3, forse spremuto dalla fatica. Giocatori della sua intelligenza servono sempre in una squadra, ma la sensazione è che il suo futuro sarà lontano dal PalA2A. Chiude con 8,3 punti, 53% da 2 e 39% da 3, 3,9 rimbalzi e 2,6 assists.

OJM CREMONA144 OKOYEOkoye: 8 Stagione assolutamente strepitosa anche per Stan. Tornato dopo anni in A2 a maturare, Okoye ha dimostrato di valere la serie A tanto da essere sul podio degli Oscar della Legabasket con un terzo posto assolutamente meritato. Ha illuminato la stagione con alcune prove da urlo come i 22 punti e 18 rimbalzi nel derby d’andata con Cantù, i 29 punti e 15 rimbalzi a Brindisi o i 26 punti con Avellino o i 27 di Sassari. A tratti un fiume in piena, deve migliorare alla voce continuità dato che, spesso, a grandissime prove sono seguite gare a fari spenti. Chiude con un playoff in tono minore e una gara 3 in cui la febbre lo ha limitato. Annuale per lui: in molti vorrebbero rivederlo a Varese, ma le sue prove hanno attirato estimatori. Miglior marcatore stagionale a 15,1 punti col 44% da 3 e il 39% da 3 con 7,5 rimbalzi.

09 varese-milano tamboneTambone: 6,5 Stagione da montagne russe per Matteo che è partito molto bene, si è un pò perso nella fase centrale, per poi risalire nella seconda metà di stagione. 24 anni compiuti pochi giorni fa, Tambone è cresciuto al tiro prendendo più sicurezza e fiducia in sè stesso ed ha anche gestito bene il ruolo di playmaker tanto da giocare un playoff sostanzialmente alla pari con Larson con un impatto anche superiore al regista americano. L’anno prossimo sarà chiamato ad un’ulteriore crescita sopratutto in difesa dove quest’anno ha evidenziato qualche problema nel tenere il primo passo dell’attaccante. Chiude con 4,9 punti, il 39% da 2 e il 30% da 3 e 1,9 assists a gara.

OJM BOLOGNA 07 cainCain: 9 Una delizia per gli occhi. Ci sono tifosi che lo amano sin dai tempi d Forlì in A2 e Tyler ha mostrato il perchè. Senso della posizione e grande sapienza nell’usare un corpo non grandissimo (203 cm). E’ l’architrave del sistema difensivo di coach Caja fatto di aiuti e recuperi poi sul proprio uomo, Cain ha disputato un ottimo campionato con un girone di ritorno devastante al ritmo di una doppia doppia di media con 10,5 punti e 9,6 rimbalzi dalla 16a giornata in avanti. Sistema che ha saputo mascherare anche le sue difficoltà contro lunghi più atletici di lui emerse, invece, nella prima parte della stagione. Ha chiuso con dei quarti da assoluto dominatore col 74% da 2 e 20,7 di valutazione. Da mesi si chiede il suo rinnovo e la società ha fatto le sue mosse: una sua conferma per il prossimo anno sarebbe un grandissimo colpo di mercato.

Delas: 4,5 Dura far rimpiangere il volitivo Pelle della prima metà di stagione, eppure Mario, purtroppo, c’è riuscito. Pochi, pochissimi sprazzi per lui che è sempre sembrato un corpo estraneo alla squadra costringendo spesso Cain a un sovra minutaggio risultato, poi, decisivo nei playoff.

Ferrero: 6 Una stagione divisa in due e segnata da un importante infortunio alla caviglia. Il capitano è stato determinante nella prima parte chiusa a 8,5 punti di media a gara in 22′. Dopo, complice l’ascesa di Vene, non è mai riuscito a tornare pienamente in forma come testimoniano i numeri: 3,7 punti in soli 12′ di utilizzo. Cuore di capitano, ma prima di tutto una grande persona.

07 varese-milano wellsWells: 6 L’esatta media tra una prima parte da play assolutamente deficitaria ed una seconda, purtroppo terminata anzitempo, da guardia. Anche qui i numeri spiegano molto del suo impatto: prima 10,5 punti col 39% da 2 e il 33% da 3, esiziale nelle 9 gare da guardia chiuse con 12,3 punti il 46% da 2 e il 41% da 3. Tra l’altro, alcune di queste giocate già con la frattura dello scafoide. Da regista si è rivelato inadatto rallentando troppo il ritmo e non avendo il tempo giusto per il passaggio, da guardia fa malissimo col suo arresto e tiro e con la sua taglia fisica. Siamo convinti che con lui in campo nei quarti la musica sarebbe stata diversa. Biennale per lui: lo rivedremo a settembre?

Dimsa: 4,5 Arrivato nel finale dal Vytautas, ha dato sempre la sensazione che questo livello sia veramente troppo alto per le sue competenze tecniche.

Varese-Avellino 05 larsonLarson: 6 Dalle palestre del Belgio alla durezza della serie A. Un cambio che potrebbe frastornare molti, ma non Tyler che, dopo un rapido adattamento, si è ritrovato catapultato sui 30′ di media a causa dell’infortunio di Wells. Le risposte sono state assolutamente positive col play americano che ha spesso dato delle fiammate importanti per le vittorie varesine. Apporto, però, crollato nei playoff dove Larson è sceso a 5,3 punti a gara col 15% da 3 rispetto ai 7,5 punti col 33% della sua stagione. Probabile abbia sofferto la pressione: ha opzione per l’anno prossimo, ma il finale di stagione potrebbe aver diminuito le sue chance di conferma.

Pelle: 5 Ha abbandonato la nave a metà stagione firmando per Torino. Le sue cifre globali, considerando anche lo spezzone giocato in Piemonte, sono inferiori rispetto allo scorso anno. Purtroppo, non ha evidenziato segnali di crescita che erano doverosi aspettarsi da lui. Inoltre, vince l’Oscar della sfortuna: lascia Varese per una Torino qualificata alle Final Eight. La squadra sabauda vincerà la coppa, ma Pelle non giocherà nemmeno un minuto per influenza. Poi vede Torino scivolare fuori dai playoff mentre Varese mette la freccia e centra i quarti di finale: insomma, non ne ha azzeccata una in questo 2017/18.

Cantù-Varese 18 cajaCaja: 10 Ha vinto il titolo di allenatore dell’anno con assoluto merito. Giorno dopo giorno ha saputo costruire un vero e proprio miracolo sportivo e si è preso il lusso di vincere la classifica del girone di ritorno con 12 vittorie e 3 sole sconfitte infilando anche uno strepitoso filotto di 8 successi consecutivi. Ha dato alla sua Varese un gioco bello e piacevole da vedere offensivamente mentre le sue regole difensive fatte di aiuti e recuperi han portato la sua creatura ad essere la terza miglior difesa del campionato. Ha ridato entusiamo a una piazza storica del nostro basket dimostrando ancora una volta quanto Varese ami la sua squadra di basket. Si è preso più di una rivincita contro un sistema che gli aveva affibbiato una certa etichetta di allenatore buono per salvare le squadre da metà stagione in poi. Attilio ha varcato il Rubicone e ha marciato dritto su Roma col suo manipolo di uomini. Come Giulio Cesare è il Pontefice massimo di quest’anno del nostro basket.

Matteo Gallo