Invito a cena con diletto. Almeno nei presupposti. Questa sera la Pro Patria ha in agenda la sua cena sociale di fine stagione. Data programmata ad incastro del post promozione e del pre Final Four. Cosa mangeranno è argomento che lascia il tempo che trova. Cosa si diranno decisamente meno. Premessa: il desco serale è qui solo un chiaro pretesto per parlare di due argomenti di stretta attualità. Senza alludere al fatto che la cena stessa non sarà in alcun modo decisiva.

Veniamo al sodo. Il primo tema (che a strascico si trascina dietro anche il secondo), riguarda la possibilità di allargamento della compagine societaria. La Serie C comporta un livello di competizione tecnico/economica ovviamente più elevato. A partire dall’iscrizione, passando per il monte salari e tutti quegli adempimenti che il dilettantismo non contempla. La realtà è ben conosciuta da Patrizia Testa che infatti ha espresso a più riprese il desiderio di poter contare su compagni di viaggio a supporto. Oltre al certo arrotondamento di Pirola come main sponsor, ormai da qualche mese è presente sottotraccia un sondaggio/confronto/trattativa con Marco Calleri, procuratore sportivo rappresentante di un pool di imprenditori (tra cui Gravina del gruppo Italpol) e nipote del Gianmarco già presidente di Torino e Lazio. Scottata dall’esperienza di 2 anni fa con il ticket Collovati/Nitti, la presidentessa tigrotta non vuole (legittimamente), affrettare la scelta. Anche perché l’eventuale accordo potrebbe prevedere una comprensibile rivisitazione degli attuali quadri. Sia come sia, ne sapremo a breve.

Il secondo aspetto (a cascata del primo), è il budget a disposizione per squadra e mercato. Superfluo sottolineare come il punto sia il principale nodo da sciogliere in funzione dei rinnovi di Sandro Turotti e Ivan Javorcic (il cui destino, in qualche modo, sembra essere legato). Perché la categoria così meritoriamente guadagnata sul campo va ora difesa con lungimiranza e visione di ampio respiro. Il biellese (in questo senso), è una comprovata garanzia. Non resta che attendere sviluppi.                                          

Giovanni Castiglioni