Settimana decisiva? Sentito mille volte. Molto spesso a sproposito. Questa volta però potrebbe esserci del vero perché il futuro della Pro Patria sarebbe ad una svolta. O (più semplicemente), alla definitiva conferma della mancanza di una svolta. Sul tavolo di Patrizia Testa da una decina di giorni c’è una proposta di acquisto del club formalizzata da un gruppo di imprenditori guidati da Marco Calleri (procuratore sportivo scopritore di Ibarbo e nipote del Gianmarco già numero uno di Torino e Lazio). Nella squadra (non ancora svelata), sarebbero presenti il partner storico Giulio Gravina (45 anni, titolare del gruppo Italpol operante con oltre 2.500 dipendenti nel settore della vigilanza e sicurezza privata), oltre ad altri players (alcuni del territorio).

In realtà, la presidentessa biancoblu ha già ufficialmente respinto al mittente le avances calleriane. E lo ha fatto lunedì a Palazzo Gilardoni di fronte a istituzioni e tifosi. Nel modo più chiaro e inequivocabile possibile: “Non posso accettare la proposta che mi è stata fatta per rilevare la società. Piuttosto intendo proseguire per un altro anno con il mio socio Tiburzi contando di allargare la platea degli sponsor”. Capitolo chiuso? Probabilmente sì. Ma l’impegnativo impatto economico della Serie C potrebbe suggerire un ulteriore supplemento di indagine. Il cui esito (a naso), sarà comunque negativo.

Tornando a bomba, lo schema proposto sarebbe lo stesso già testato (senza successo), 2 anni fa a Pisa (dove Calleri fece anche da temporaneo rappresentante in FIGC) e negli ultimi mesi ad Avellino (dove peraltro la trattativa aveva come deadline il mese di giugno). Nello specifico, 80% delle quote alla nuova proprietà e 20% lasciato alla vecchia. Con ruolo di presidente (ma anche di rappresentante legale) a capo dell’attuale numero uno tigrotta. Plausibile scivolo verso un’uscita definitiva da qui a qualche tempo.

Chiaro come il nuovo assetto comporterebbe un rinnovato vertice decisionale. Con possibile ribaltone degli attuali quadri tecnici. Uno dei nodi sui quali la Testa non può (e non vuole) transigere. Per riconoscenza, per rispetto e perché chi ha lavorato in questi 2 anni allo “Speroni” lo ha fatto con straordinario profitto. Promozione e Scudetto non necessitano ulteriori didascalie.

Per farla breve. Da una parte, la passione e il sempre generoso portafogli di Patrizia Testa. Dall’altra, uno scenario (potenzialmente) di più ampio respiro ma ancora tutto da valutare. In mezzo, il destino della Pro Patria. Settimana decisiva? Facciamo finta di sì.         

Giovanni Castiglioni