Il capitano biancorosso Giancarlo Ferrero ha appena terminato la sua terza stagione in maglia biancorossa e le cifre confermano che, nonostante un fastidioso infortunio alla caviglia nella seconda parte della stagione, ha chiuso la miglior annata numeri alla mano: 6,4 punti col 54% da 2 e il 36% da 3 punti. Colonna dello scacchiere di coach Caja, siamo andati a scambiare quattro chiacchiere con l’ala nativa di Bra.
Giancarlo, innanzitutto diamo uno sguardo alla stagione appena terminata: a mente fredda come rivivi le emozioni di questa annata?
“Una grande stagione soprattutto perchè siamo riusciti a trasmettere tanto entusiasmo e a trasmettere l’identità che avevamo come squadra. L’obiettivo iniziale era di trasmettere entusiasmo e soprattutto nel girone di ritorno siamo riusciti ad avere dei risultati che all’inizio non riuscivamo a cogliere. Abbiamo fatto un grande lavoro e si è visto dall’affetto che ci hanno ritornato i nostri tifosi”.
Quanto vi hanno spinto in quel periodo i tifosi e il loro entusiasmo?
“In tutte le mie tre stagioni qui devo ammettere che l’influenza del pubblico si è sempre sentita. Varese è un pubblico cui basta veramente poco per accendersi. Già si parte da una base importante di tifosi, in più se c’è una minima scintilla il palazzetto diventa veramente una bolgia. E’ un qualcosa di bello e che ti fa capire che sei in un posto dove si è scritta la storia di questo sport e speriamo di regalare altre soddisfazioni anche l’anno prossimo ai nostri tifosi”.
Cosa fa un professionista durante i mesi estivi?
“Io in questo momento sto finendo il mio percorso universitario perchè sono finalmente arrivato all’ultimo esame in economia e mangement presso l’Universita’ di Torino e, pertanto, sfrutto l’estate per studiare. E’ un momento in cui ho più tempo per questo impegno. Poi, ho sempre reputato l’estate un momento in cui puoi migliorare sotto l’aspetto fisico sia sotto l’aspetto della tecnica individuale: sono cose che durante l’anno non possono esser approfondite dato che la squadra è al centro dei pensieri di tutti”.
Tre anni in maglia Varese: hai visto tanti compagni, ma puoi svelarci qualcosa su di loro?
“Sono molto legato a tanti compagni ed è difficile selezionarne qualcuno. Negli anni passati ho legato tantissimo con Daniele Cavaliero e Kristjan Kangur. Anche con lo stesso Brandon Davies che sta avendo una carriera super e quest’anno ha raggiunto le final four di Eurolega con lo Zalgiris. Con lui eravamo compagni di stanza e ci sentiamo tutt’ora. Posso citarti anche Eric Maynor e lo stesso Maalik Wayns. Quest’anno abbiamo legato tantissimo io Natali e Tambone: quando stai bene insieme crei qualcosa che va oltre la pallacanestro”.
Varese sta ragionando sull’iscrizione alla coppa europea. Da giocatore come vivi il doppio impegno settimanale? Meglio tanti allenamenti e una sola gara a settimana o meno allenamenti con più partite?
“Abbiamo conquistato il diritto sul campo di partecipare a una manifestazione europea e sicuramente saranno valutazioni che la società effettuerà anche in base al budget. Personalmente come giocatori noi dobbiamo esser pronti in ogni caso. Dare una risposta a questa domanda è molto difficile perchè dipende anche dalla squadra che vai a creare. Dipende dall’amalgama che si crea: ci sono gruppi che hanno maggior bisogno di allenarsi in palestra mentre altri ho visto nella mia esperienza che necessitano, invece, di giocare di più. Bisogna capire che Varese sarà e che amalgama e quali bisogni avrà questa squadra”.

Matteo Gallo