Quando l’estate scorsa è arrivato ai piedi del Sacro Monte per mettersi in mostra in una delle realtà più importanti della Serie D, il Varese, nessuno si immaginava che nel giro di appena cinque mesi avrebbe compiuto un salto addirittura doppio. E invece per Andrea Repossi è stato così, dopo svariate stagioni all’Inveruno, la squadra che lo ha lanciato nel calcio professionistico è stata proprio il Varese. A gennaio l’esterno classe 1996 è approdato in B con la Ternana.

repossi ternanaAndrea, hai realizzato il tuo sogno…
“Proprio così. E devo dire grazie anche il Varese. Per me è stato un periodo di passaggio, ma fondamentale per mettermi in mostra. Sapevo che vestire la maglia biancorossa sarebbe stato un plus per la mia carriera e ringrazierò sempre la città e la tifoseria. Mi ricordo ancora certe partite, quelle in cui ho sentito cori e applausi, una cosa che non mi era mai capitata”.

Nel mercato invernale avete salutato in parecchi e la stagione del Varese è cambiata totalmente culminando con la retrocessione nonché fallimento societario sfiorato…
“Mi è dispiaciuto tanto assistere da lontano ad un tracollo del genere. Sono arrivato proprio perché la squadra aveva intenzione di fare un campionato al di sopra delle altre concorrenti; la presenza di Iacolino era una garanzia, ma la stagione non è andata per il verso giusto per situazioni esterne”.

Come è maturato il tuo addio?
“A dicembre ero convinto di andare al Carpi, società con la quale era in contatto il direttore sportivo Merlin, ma in realtà è stato il ds della Ternana a darmi garanzie maggiori e ho preferito quella piazza”.

L’hai voluta a tutti i costi, tanto che scoppiò anche un caso in merito al tuo non presentarti agli allenamenti…
“Mi rendo conto che è brutto e in effetti non è un comportamento da me; ma ho ascoltato i miei procuratori con la consapevolezza che, in questo ambiente, se avessi usato le buone maniere non sarei andato da nessuna parte. Il caso Palazzolo lo dimostra. Io e lui siamo amici e ci sentiamo tutt’ora e non è giusto gli sia stata negata la possibilità di andare in C. La mia unica soluzione per realizzare il mio sogno era quella del pugno di ferro, i fatti mi hanno dato ragione anche se mi spiace”.

Ha fatto molto discutere anche il tuo rosso rimediato a Castellazzo che ti è costato le ultime due giornate prima della fine del girone d’andata per squalifica…
“Chi ha pensato nella mia malafede ha sbagliato di grosso perché quel rosso è stata una follia dell’arbitro. Era abbastanza inesperto e non ha capito cosa volevo io. Non era certo mia intenzione restare fuori, anche perché andava a mio discapito non avere la possibilità di giocare”.

Voltiamo pagina. La Ternana…
“Una roba indescrivibile. Solo arrivare lì, entrare nel centro sportivo mi ha fatto venire la pelle d’oca. Indossare giacca e cravatta e andare a giocare non l’avrei mai immaginato. Ho trovato un ambiente speciale, i compagni mi hanno aiutato molto”.

L’esordio è arrivato ad Ascoli con mister De Canio…
“E’ l’allenatore con cui ho legato maggiormente. L’esordio è stato emozionante, in campo ho sentito parecchia tensione e anche le gambe erano dure. Cose che se non le provi non le puoi immaginare e descriverle è difficile”.

E adesso?
“Ho ancora due anni di contratto a Terni e vorrei tanto restare. Col mister ci siamo lasciati bene, ma è cambiato il direttore sportivo. Vedremo, potrei anche andare in prestito. La società, considerando le difficoltà di Cesena e Bari, sta pensando al ripescaggio in B dopo la retrocessione, vedremo”.

La fine del Varese è stata catasfrofica…
“Penso che peggio di così non poteva succedere. Mi spiace soprattutto per i miei compagni, con Zazzi, Morao, Ferri e Battistello ho legato molto. Penso che purtroppo la società sia stata gestita da chi non la amava fino in fondo. E’ una piazza che può dare tantissimo, ma bisogna essere competenti per trarne il meglio. Il pubblico è caldo e merita categorie ben diverse”.

Elisa Cascioli