Filtra ottimismo in casa Varesina per un eventuale ripescaggio in Serie D, ma in attesa di notizie ufficiali bisogna comunque pensare alla preparazione per la prossima stagione; ad oggi in Eccellenza. E si comincia dalle conferme, a partire da quella di Axel Caldirola, attaccante classe ’98 che nel mercato di riparazione dello scorso anno è tornato a vestire la maglia rossoblù.
“La società crede in me – esordisce il giovane attaccante -, mi ha riacquistato dal Novara e voglio ripagare la sua fiducia a suon di buone prestazioni. È vero che resta da capire quale sarà la nostra categoria, ma c’è grande ottimismo per la Serie D, anche perché siamo terzi nella graduatoria dei criteri di ripescaggio. Se poi il verdetto ufficiale dirà Eccellenza sarò ben lieto di restare a Venegono per dare il mio contributo. Va detto che non ho mai disputato un campionato di Eccellenza perché ho fatto il salto diretto dalla Promozione alla Varesina per cui non so quale sia il livello di difficoltà; in ogni caso noi faremo una preparazione da Serie D per essere pronti a qualsiasi situazione”.
Nonostante la giovane età Caldirola vanta già un gran curriculum nel quale spiccano le esperienze con la Giana Erminio in Serie C e con la Primavera del Novara. Quale tra le due è stata la più utile? “In realtà lo sono state entrambe – confessa Caldirola – perché se da una parte è vero che in Primavera puoi affrontare dei talenti pronti al salto nelle prime squadre di Serie A, dall’altra va detto che la Serie C, a mio giudizio, dà più stimoli. Alla fine l’unico stimolo della Primavera è farsi notare dalle prime squadre, mentre tra i professionisti l’obiettivo è anche quello di fare il salto in Serie B; diciamo che c’è un doppio traguardo da tagliare”.
Esperienze sicuramente positive dalle quali resta però anche un pizzico di rammarico: “Con la Giana ho giocato ahimè poco, ma forse me ne sono andato troppo in fretta; avrei dovuto avere pazienza e aspettare. Poi con la retrocessione del Novara in Serie C magari avrei potuto essere promosso in prima squadra, ma ora come ora è inutile ripensare al passato perché ormai le scelte sono state fatte e non si può tornare indietro. Resta il presente che si chiama Varesina e come ho già detto voglio concentrarmi sulle Fenici”.
Parlando di Varesina, Caldirola può già fare un bilancio sulla sua duplice esperienza: “Due anni fa avevo fatto molto bene anche perché era la mia prima stagione fra i professionisti ed ero carico a mille. La scorsa stagione non sono invece riuscito a ripetermi a quei livelli complice anche una situazione della squadra non idilliaca e difatti è arrivata la retrocessione. Quando sono arrivato la situazione di classifica era già complicata, ma nello spogliatoio c’era molto ottimismo in ottica salvezza. Col passare delle giornate, però, i punti non arrivavano e Bettinelli ci spronava a vincere ogni partita; atteggiamento giusto, ci mancherebbe, ma quando sei in una situazione del genere un punto è meglio di niente e invece abbiamo perso molte partite proprio allo scadere. Con Spilli abbiamo provato a fare il miracolo, ma purtroppo non ci siamo riusciti”.
A proposito di Spilli anche l’allenatore toscano è stato riconfermato per il sesto anno in panchina, per cui Caldirola avrà modo di lavorarci ancora insieme: “Con il mister c’è un gran rapporto: due anni fa con lui ero titolare e sono sicuro che se gli darò la mia assoluta disponibilità riuscirò a ritagliarmi il mio spazio. L’allenatore che mi ha aiutato di più? Gattuso del Novara: con lui non c’era forse un gran rapporto, amava tenere le distanze, ma se in allenamento facevi quello che voleva diventavi uno dei suoi pupilli. Ricordo che una volta mi disse di fare il muretto prima della sessione di allenamento e da allora per me divenne un’abitudine; allenatori che danno questi stimoli sono fondamentali per la crescita di un giocatore”.
In conclusione, qual è l’obiettivo di Axel Caldirola per la prossima stagione indipendentemente dalla categoria? “Io amo giocare da esterno sinistro per accentrarmi e dialogare con la punta: purtroppo il mio difetto principale, e me l’hanno detto in tanti, è l’altruismo che spesso mi porta a preferire il passaggio alla conclusione, per cui voglio migliorare sotto porta e segnare più gol rispetto al passato. In generale, invece, l’obiettivo è sempre quello di migliorarsi sotto ogni aspetto e dare il proprio contributo alla squadra”.
Matteo Carraro