Sull’ultimo attacco del quarto set dell’ultima partita della stagione regolare con la sua Modena, Caterina Bosetti è atterrata malissimo da un attacco e si è rotta il ginocchio sinistro. Non solo ha lesionato il crociato, ma “tutto quello che potevo rompere l’ho rotto”. Da quella terribile serata del 10 marzo sono passati quattro mesi in cui Cate ha pianto, lavorato, sudato e ritrovato il sorriso. Un mese fa, è arrivato l’ok alla ripresa da parte del professor Mariani e la schiacciatrice albizzatese sta procedendo a grandi passi verso il recupero.

Come hai vissuto questo grave infortunio?
“Ero in un periodo molto felice della mia carriera, stavo giocando bene e le possibilità di completare al meglio il campionato c’erano tutte. Purtroppo, però, quella sera mi è caduto il mondo addosso. Il mio primo pensiero quando ero ancora a terra e mi sono resa conto dell’entità di quello che mi ero fatta è andato al Mondiale. Il sogno di una vita che poteva sfuggirmi così, in un soffio. E’ stata dura da digerire”.

Dopo pochi giorni sei stata operata e lì è iniziato il tuo percorso di riabilitazione.
“Mi sono affidata subito alle cure del professor Mariani a Roma e l’operazione, dal punto di vista clinico, è andata bene. Il primo mese, tuttavia, è stato davvero critico dal punto di vista psicologico. Di solito, quando un atleta si rompe il ginocchio, può tornare a camminare quasi subito con l’aiuto delle stampelle; io, invece, per il primo mese potevo stare in piedi per pochissimo tempo al giorno, ho indossato un tutore per cercare di stabilizzare il ginocchio che era estremamente instabile e il solo lavoro che potevo permettermi di fare era sul lettino. Non è stato facile”.

Che importanza ha avuto la tua famiglia in questo percorso e, soprattutto, tua sorella Lucia che in passato ha avuto anche lei un infortunio grave? 
“Mia mamma è venuta dalla Turchia a Roma nei primi giorni dopo l’operazione e la sua presenza è stata preziosa. Mia sorella mi ha dato alcuni consigli ed è stato di grande aiuto avere lei come esempio: ho potuto vedere che una persona a me vicina che ce l’ha fatta e ha recuperato appieno tornando a giocare ad alti livelli. E’ stato importante per me, in particolare nei primi mesi, avere questo stimolo”.

Per ben tre mesi sei stata a Villa Stuart a Roma. Come è stato quel primo periodo di riabilitazione?
“Dopo l’intervento, sono tornata lì a distanza di quindici giorni e ci sono rimasta per tre mesi. Mi sono trovata benissimo e ho anche avuto modo di conoscere meglio Roma, una città magnifica che avevo visto sempre solo di passaggio o durante i raduni con la nazionale. Quando finalmente ho tolto le stampelle, sono stata libera di visitare la capitale e avere uno svago mi ha aiutato tanto a livello mentale dandomi molta carica”.

Adesso, invece, dove ti trovi e che cosa stai facendo?
“Ora sto lavorando a Macerata, affiancata dal preparatore e dal fisioterapista della Lube Macerata. Nelle prime due settimane abbiamo puntato tutto sulla forza e sul recupero della massa muscolare. Durante questa settimana, oltre all’impegno in palestra, siamo in spiaggia e proviamo esercizi sulla sabbia per riprendere il più possibile la mobilità. Settimana prossima, invece, inizierò di nuovo a saltare e tra un mese circa credo di essere pronta per affrontare un allenamento di squadra come ogni altra atleta”.

Vedi la luce in fondo al tunnel, finalmente…
“Sì, anche se so che dovrò sempre convivere con l’infortunio che ho subito. Dovrò sempre prestare particolare attenzione al ginocchio, ai muscoli della gamba e, in generale, al tono muscolare. Però sono contenta che il peggio sia alle spalle e sono anche orgogliosa di come io sia riuscita ad affrontare tutto questo. Non mi aspettavo di reagire con così tanta determinazione; invece, è scattato qualcosa dentro di me che mi ha dato forza. Quando tornerò a tutti gli effetti in squadra cercherò di non farmi condizionare dall’infortunio e spero di farcela. Per ora non vedo l’ora di cominciare”.

Da più parti si dice che vestirai la maglia di Casalmaggiore. Sarà così?
“Per ora non confermo né smentisco. Sono concentrata su quest’ultima fase di riabilitazione e poi si vedrà. Il mio obiettivo, per ora, è uno”.

Quale?
“Sto facendo di tutto per recuperare in tempo per i Mondiali. E’ questo il traguardo che mi sono prefissata e spero di riuscirci. Sto spingendo al massimo e, anche se la convocazione non arriverà, non voglio avere rimpianti, ma desidero aver dato tutto il possibile. Il tempo è dalla mia parte perchè ho ancora qualche mese davanti e non lascerò nulla di intentato per provare a far parte della spedizione azzurra”.

Qualche anno fa hai giocato in Brasile; presto sarà l’ex UYBA Valentina Diouf a intraprendere questa avventura. Hai qualche consiglio da darle?
“E’ una bellissima realtà e sono contenta che Valentina abbia un’opportunità di questo tipo. Ho fatto questa esperienza da giovanissima, a soli 18 anni, e forse non l’ho vissuta al massimo, ma quella di andare in Brasile resta una delle più belle decisioni che abbia mai preso”.

Laura Paganini