Ho sentito della serenità nella sua voce. C’era qualcosa di diverso, qualcosa che un anno fa non avevo notato in lui chiacchierando. Forse la calma? No, quella era evidente fin da principio. E nemmeno il tono caldo e rassicurante. Direi che ad intrigarmi questa volta non è stata affatto la tranquillità già nota, piuttosto la pienezza di quelle parole smaniose di farsi ascoltare, di colpire dritto al cuore. Lorenzo Perini, con il trionfo ai Giochi del mediterraneo a Terragona e la semifinale agli Europei di Berlino, è cambiato, in trecentosessantacinque giorni, poco più o poco meno, è maturato psicologicamente ed ora è pronto ad entrare nell’Olimpo dei grandi.

 MENTALITA’ VINCENTE‘Non è la specie più forte a sopravvivere e nemmeno quella più intelligente. Sopravvive la specie più predisposta al cambiamento’, firmato Charles Darwin. L’aforisma calza a pennello per descrivere la metamorfosi dell’ostacolista saronnese che ora può dirsi davvero pronto a fare quel salto di qualità. Provare per credere: andatevi a riguardare le sue dichiarazioni nell’intervista di un anno fa e confrontatele con oggi. Da così a così. “Mi sento un’altra persona nella consapevolezza di ciò che posso fare– racconta Lorenzo –. Ero molto più timoroso prima, impaurito a gareggiare contro dei mostri sacri. Non ero in grado di controllare quello che facevo in allenamento. Ora so cosa posso o non posso fare, conosco molto meglio il mio corpo e affronto le gare con più determinazione, voglia e passione”.

CAMBIAMENTI –Rimane irrisolto il nodo che gravita attorno al solito interrogativo: Perché? Cosa è scattato nel cuore, nelle gambe e nella testa di Lorenzo? “Il mio nuovo allenatore mi ha fatto cambiare l’approccio alla gara ma anche alla vita. Prendersi un po’ meno sul serio ti permette di tirare fuori le abilità giuste al momento giusto. Tutto questoè solo merito suo, ma non posso dimenticarmi dei compagni che a modo loro hanno contribuito al mio cambiamento cambiato”.

VOLONTA’ –Anche se quantomeno la scorza dell’essere umano precedente rimane attaccata al nuovo te. Non sorprende infatti che Lorenzo Perini non abbia messo da parte i suoi impegni universitari, ma anzi essendo maturato ora riesce a conciliare tutto molto meglio. E questo tutto nel frattempo si è ampliato, indovinate in quale direzione: quella dello sport. “Poco tempo fa mi sono fermato un secondo e con stupore ho realizzato di essere al quinto anno, insomma la cosa si sta facendo seria – sorride Lorenzo –. Sono in pari, mi so organizzare bene e devo dire che i professori mi danno una grossa mano”. Sta tutto lì, nell’imprimere un ritmo alle proprie azioni, che poi è basilare anche nella corsa ad ostacoli. “Voglio ancora fare il dentista – spiega lui –. Ho già lavorato al reparto del San Raffaele, ma è complicato separarsi dallo sport. Ho sempre pensato ad un futuro anche nell’atletica ed ora se possibile ci penso maggiormente”.

TERRAGONA-BERLINO –Ore ed ore di viaggio, dal porto di un’antica città d’origine romana della costa nord occidentale della penisola iberica, alla porta di Brandeburgo: è lì, in quei duemila chilometri che separano Terragona e Berlino, che si compie il processo di crescita che porta Lorenzo a bussare alla porta dei grandi campioni. Prima l’oro ai Giochi del Mediterraneodove “sono scoppiato in urlo di gioia ed incredulità. Era tanto tempo che non provavo un’emozione del genere e credetemi l’emozione è stata tanta perché non me l’aspettavo. Sapevo di star bene, ma non mi aspettavo di migliorare così tanto il mio personale – 13.49 il tempo di Lorenzo nei 110m ostacoli, nonché record personale – e qualificarmi abbondantemente per gli Europei”. Poi la semifinale nella rassegna continentale in terra tedesca. “Un’emozione indescrivibile che fatico a raccontare. Un onore essere di fronte a 60000 appassionati, ma soprattutto tanta carica e tanta voglia di correre”.

C’è un’altra chiave di lettura di questa storia: coincide con la famiglia ed una scelta coraggiosa da parte di Lorenzo che ha deciso di “andare a vivere da solo e affrontare la giornata in maniera totalmente differente”. Mamma e papà – che può fregiarsi del titolo di veggente o anche solo conoscitore del proprio figlio per aver predetto l’oro di Lorenzo a Terragona – anche questa volta non faranno altro che assecondarlo nelle suo scelte, supportarlo, perché ben coscienti delle potenzialità di un ragazzo che ha ancora molto da dire al suo sport come alla sua vita.

E ora che Lorenzo è cambiato o meglio, è maturato sportivamente, le Olimpiadi non sembrano più così lontane. Non fosse altro per la sua grande passione per i cartoni animati giapponesi che occupavano i pomeriggi della sua infanzia e l’ottimo sushi di cui va matto: un’occasione imperdibile. E ora che Lorenzo ha realizzato che può fare meglio, che può andare ancora più veloce, migliorare ancora il suo personale, ora per davvero sognare Tokyo 2020 non costa nulla.

Alessio Colombo