Sistemo la Moldavia e torno. Chi si immaginava un Franco Frattini riverso sulle delibere federali in attesa della sentenza del Collegio di Garanzia del CONI dovrà farsene una ragione. L’ex Ministro degli Esteri ieri era infatti in missione per conto dell’OSCE a Tiraspol, Transnistria (nella foto). Impegno istituzionale evidentemente già preso da tempo che cozza però con l’ipotesi (sdoganata dallo stesso Frattini), di un verdetto emesso già nella serata di lunedì. Salvo ubiquità o teletrasporto startrekkista, quei 2.200 km di distanza da Roma tolgono ogni spazio alla fantasia. E così, mentre il calcio tricolore attende con trepidazione la chiusura di una vicenda che tiene in ostaggio l’intero movimento (dalla Serie B in giù), la priorità di chi quella vicenda dovrebbe dirimere è caduta sulle istanze secessioniste dell’ex Bessarabia. Cose che capitano. Quando gli incarichi sono tanti. O forse troppi.

Ma niente paura perché sempre ieri Frattini si è ricavato del tempo per dell’attività social. Prima un (inopportuno?) retweet di un tifoso della Ternana, poi un altro cinguettio in risposta ad una provocazione di un supporter catanese: “Domani sera il verdetto sulla serie B, nessuno slittamento” (la serata è chiaramente quella di oggi, ndr). Forse ci siamo, insomma. Per una delle sentenze più “politiche” di sempre. Con probabilità di cadetteria a 22 squadre in netto rialzo. Sensazioni sia chiaro. Nulla di più.

Sia come sia, domani la Lega Pro di Gravina dovrebbe compilare gironi e calendari. In tempo utile per tagliere il nastro della nuova stagione nel prossimo weekend. Con possibile ricollocamento di alcune gare (causa esigenze logistiche), nei primissimi giorni della settimana entrante. Si va verso una prima giornata di prossimità. Cioè, con incroci a km (quasi) zero. La Pro Patria dovrebbe quindi affrontare (in casa o fuori) una piemontese. Ma il domino dei ripescaggi potrebbe allargare la platea del Girone A a qualche lombarda. Tradotto: meglio non ipotecare il futuro. Perché i giochi sono ancora tutti aperti. Seppure per poco, si spera. Chissà cosa ne penseranno in Moldavia.

Giovanni Castiglioni