
Se c’è la prestazione ma manca il risultato, forse (in fondo) non c’è stata neanche la prestazione. Sillogismo applicabile certamente alla Pro Patria di ieri. Probabilmente anche a quella dell’altro ieri. Come quando ti fai la secchiata di studio ma il professore ti rimanda comunque alla sessione successiva. Chiedersi dove si è sbagliato viene prima del riconoscersi la buona volontà. Quella va di default. Ma non muove la classifica.
Il 2-0 di Alessandria con la Juventus Under 23 è solo l’ultimo grano del rosario nel rapporto disfunzionale con Mamma Rai. Un mistero doloroso diventato tabù. Prima o poi verrà sfatato anche quello. Per adesso (però), siamo ancora al poi. Ma il problema è (chiaramente) un altro: 3 punti in 4 partite, 3 trasferte, 3 sconfitte, 3 sfide durissime (Pro Vercelli, Novara e Piacenza) nell’oroscopo dell’ottobre (in) rosso tigrotto. Il numero sarà anche perfetto, ma va disinnescato prima che possa fare ulteriori danni. Provando a separare gli alibi dalle colpe. Perché nel (comprensibile) durissimo avvio di stagione biancoblu ci sono entrambi. In (quasi) eguale misura.
Partiamo dalla mozione di fiducia. Noviziato per la terza serie (di squadra, non nei singoli), valore degli avversari (in alcuni singoli prima ancora che di squadra), topiche arbitrali (anche ieri il pareggio di Molnar aveva tutta l’aria di essere valido), calendario folle disegnato come fosse una fase ad orologio. Tutta zavorra da sopportare in un percorso già di suo parecchio antipatico. Insomma, vaghissima sensazione che “Se qualcosa può andare male, andrà male”. Legge di Murphy a cui sarà il caso di sottrarsi in tempi rapidi.
Sull’altro piatto della proverbiale bilancia ci sono però anche delle colpe. Breve digressione. Chiacchierando qualche mese fa con Javorcic circa le principali differenze tra D e C, lo spalatino era stato netto: “L’impatto atletico prima ancora di quello tecnico”. Verissimo. Ergo, la domanda sorge spontanea. Questa squadra è attrezzata per reggere gli standard fisici della Lega Pro? Magari sì, magari no o magari forse. Cioè, non necessariamente con la formula (o gli uomini) attuali. Il tecnico croato passa per essere rigidissimo. In realtà, è molto più elastico della media della sua categoria. La contingenza negativa è la migliore occasione per dimostrarlo.
Sull’ennesima tappa del Giulio Mangano’s Flying Circus, invece, meglio non aggiungere altro. Corretta (e doverosa) l’apertura di credito per il ragazzo. Il quale però adesso deve dimostrare quanto questa sia ben riposta.
Infine l’ultimo dei problemi. Che è comunque un problema. Anche se non il primo. Presentarsi al Monday Night in verde (qualunque sia la ragione), somma alle questioni di cui sopra, ulteriori motivi di irritazione. Tanto più a pochi mesi dal centenario. Traguardo storico che impone sguardo all’indietro e rispetto dei canoni. Anche quelli cromatici. Quindi, fosse anche solo per levarsi dalle scatole i soliti mugugni, urge tornare al biancoblu. Prima possibile.
Giovanni Castiglioni