CECCO: oh, Beppe! Stavo pensando ai fatti di questi giorni della Lega e all’immagine della scopa…
BEPPEeh sì, l’ennesima dimostrazione che il marketing è sempre più determinante. Quella della Lega è la classica situazione in cui bisogna cercare di limitare i danni e rimettere insieme i cocci. E allora, in sostanziale assenza di fatti (non puoi dimostrare che da un giorno all’altro che le cose sono cambiate o possono cambiare e   le parole… restano parole), bisogna trovare qualcosa, un’immagine soprattutto, che colga nel segno, che resti impressa. E la scopa di saggina mi pare sia un’immagine efficace. Complimenti a chi l’ha escogitata. Anche perché alle varie feste della Lega ne potranno vendere chissà quante con sopra quel simbolo…
CECCO: in tanti vorrebbero usare la scopa nei confronti dei politici…
BEPPE: appunto. La Lega l’ha rappresentata a uso interno, diciamo così, ma l’immagine è efficace proprio perchè quella scopa, la più comune, la più utilizzata, vorrebbero impugnarla in molti. Va beh, ma queste cose esulano dai temi che tu ed io trattiamo di solito…
CECCO: mah, mi pare che tutto faccia brodo, fatti non fummo a viver come bruti…
BEPPE: però, un po’ mi stupisci con le citazioni dotte, addirittura dantesche. Ma non è che a occuparsi di sport siano solo i bruti…
CECCO: a volte vien da pensarlo, anche se devo dire che ultimamente non sono più accaduti episodi clamorosi. E men che meno a Varese.
BEPPE: beh, a Varese credo ci sia comunque un bel numero di daspo e poi nell’ultimo periodo, nel calcio e nel basket, ci sono stati dei movimenti che hanno portato a un ricambio importante nella tifoseria estrema.
CECCO: a proposito di tifoseria ultrà, forse per la seconda volta in curva si è sentito un coro contro Sannino…
BEPPE: l’ho sentito una volta e mi pare che dagli altri settori dello stadio si siano levati fischi di dissenso.
CECCO: tu come lo  spieghi?
BEPPE: una pretesa mica da poco entrare nella testa di certi tifosi! Potrebbe essere una attestazione indiretta di stima nei confronti di Maran, fatta con un po’ di cattivo gusto nei confronti non tanto o non solo di una persona ma rispetto a un periodo storico che è lì da analizzare ma rispetto al quale non si può “fregarsene”: senza i tre anni con Sannino e Sogliano il Varese non sarebbe in serie B, questo è inoppugnabile e di questo bisognerebbe tener conto per qualsiasi tipo di valutazione.
CECCO: credo lo sappiano molto bene anche quelli che hanno cantato di fregarsene di Sannino… Resta da capire perché lo abbiano fatto.
BEPPE: non è una domanda che mi toglie il sonno…
CECCO: prima di parlare della Cimberio, ho visto un autentico impazzimento per la pallavolo con il derby scudetto tra Yamamay e MC Carnaghi…
BEPPE: sì, c’è stato grande interesse ma, ti dico la mia impressione, mi pare che la cosa sia ancora molto “localizzata”.
CECCO: se ti spieghi meglio…
BEPPE: faccio un raffronto con il Varese e con la Cimberio. Al “Franco Ossola” e al PalaWhirlpool arrivano tifosi da ogni parte della provincia. E’ stato sempre così per la Cimberio, che gioca ad alto livello da sessant’anni, è stato sempre così per il calcio, da quando negli anni Sessanta conquistò la serie B e poi la serie A; naturalmente i numeri dei tifosi del Varese oggi sono diversi, con la serie B, rispetto a quelli della serie C2 o della serie C1 di dieci o vent’anni fa, ma anche allora ad assistere alle partite dei biancorossi veniva gente da tutta la provincia.
CECCO: e a Busto Arsizio, invece?
BEPPE: la mia impressione è che il fenomeno sia essenzialmente locale, anche se poi ci sarà sicuramente gente che viene da altre località; ma sempre legata strettamente all’ambito del volley. Attento, è una mia impressione, non dico che sia la verità assoluta.
CECCO: ma questo che cosa cambia?
BEPPE: nulla in termini di numeri: abbiamo cinquemila persone (a volte quattromila) a vedere il Varese, abbiamo cinquemila persone (ora più spesso quattromila) a vedere la Cimberio e abbiamo cinquemila persone (la media però è di quattromila) a vedere la Yamamay. Ma, e ripeto che è solo una mia idea, calcio e basket sono radicati e diffusi nell’intero territorio, la pallavolo è un fenomeno soprattutto locale, almeno per il momento. D’altra parte mi pare anche logico: il calcio e il basket varesini sono diventati in provincia un fenomeno a livello anche sociale o culturale con il trascorrere degli anni, la pallavolo femminile a Busto Arsizio è un fenomeno recente, anche se in provincia, te ne ricorderai, c’era stata già in passato l’esperienza ad alto livello di Albizzate che giocava a Varese, al palasport.
CECCO: oggi stiamo tralasciando la Cimberio che si gioca i playoff…
BEPPE: non la tralasciamo affatto! Ma mi chiedo dove sarebbe ora la Cimberio se non avesse lasciato andare Goss all’inizio di stagione…
CECCO: già, dove sarebbe?
BEPPE: non dico che sarebbe prima, perchè Siena è ancora di un altro pianeta, ma, numeri alla mano, anche il secondo posto non sarebbe stato impossibile. Attenzione, però: non dico che la Cimberio sarebbe stata la seconda forza del campionato, dico che sarebbe stata forse (forse) seconda in classifica,  in un campionato in cui molte squadre di una certa caratura (Milano in primis) hanno deluso e altre hanno avuto seri problemi di infortuni (Cantù).
CECCO: qualche errore di troppo nelle valutazioni…
BEPPE: non c’è dubbio, considerando che Hurtt e Weeden si sono rivelati due fiaschi. Però dobbiamo anche ricordare che il primo obiettivo era Drake Diener, che in estate oppose il suo rifiuto per giocare a Sassari accanto al cugino, e la sua scelta sarebbe stata sicuramente vincente, forse anche migliore di quella di Goss. E poi…
CECCO: il pivot!
BEPPE: eh beh, lasciami cavalcare il mio cavallo di battaglia! Dico che sarebbe bastato avere due centri soltanto anzichè tre (Fajardo, Garri e Talts) ma di cui uno forte e uno del valore dei tre in questione. Avendo anche Kangur, a mio parere sarebbero bastati. Ma a Varese siamo un po’ tutti tecnici: come in Italia ci sono cinquanta milioni di commissari tecnici della Nazionale di calcio, qui ci sono decine di migliaia di dirigenti e allenatori di basket. Chiudiamo qui?
CECCO: se lo vuoi…
BEPPE: lo stomaco lo impone…
CECCO: alla prossima?
BEPPE: ma certo, alla prossima!
Il Cecco e il Beppe