Riceviamo e pubblichiamo il lungo sfogo di Mariano Vaccaro. L’ex tecnico della Juniores del Varese, esonerato qualche settimana fa in seguito ad uno spiacevole episodio in spogliatoio durante una partita, ci ha mandato questa lettera in cui denuncia la situazione in cui versa il Settore Giovanile del Varese.

Innanzitutto chiedo scusa a tutti i sostenitori del Varese per aver fatto nominare il settore giovanile biancorosso per una situazione negativa. Sono molto dispiaciuto per l’accaduto ed ho posto le mie sentite scuse a tutte le parti coinvolte, in primis ai miei giocatori.
Certo che tutto quello scritto, compreso il referto arbitrale, non corrisponde a verità. Non esistono feriti, atti di violenza, denunce, litigata, rissa o pianti di paura. L’unica cosa sbagliata di questo gesto è aver colpito la finestra, già precaria e pericolosa, anziché un tavolo o una porta come sistematicamente viene fatto in qualsiasi spogliatoio sportivo.
Certo nella vita si può fare sempre meglio e migliorarsi ma io sono fatto così, sono molto intenso nei rapporti con i miei ragazzi sia nei rimproveri, ma soprattutto negli incoraggiamenti.
Il rammarico comunque resta perché la proprietà ha deciso di allontanare un mister per una sentenza viziata da menzogna. Un mister di 41 anni, padre di famiglia, incensurato, solvente e dipendente di questa società da 3, anni che in questo percorso ha dato tutto ciò che poteva al Varese (anzi di più, rimettendoci in alcuni momenti anche tempo, molti denari ed anche la professionalità), non ha goduto di un minimo di sostegno da parte di nessun dirigente. Al signor Berni nessuno dei dirigenti ha comunicato che quella sentenza era esagerata ed è stata quindi comprensibile la sua reazione.
La gestione dei dirigenti è stata comunque pessima e non solo per quanto riguarda la mia storia: una volta avvisato il signor Ballotta dell’accaduto, egli stesso aveva accolto la mia richiesta di fare ricorso, anzi mi chiese di fornirgli tutti gli elementi utili per un efficace ricorso tra cui la testimonianza degli avversari, del capitano e quella del fisioterapista, ma una volta uscito il comunicato ufficiale del CRL ha cambiato completamente atteggiamento. Tengo a precisare che il comunicato lo conoscevamo già prima della sua uscita.
Da quel momento in poi ho vissuto questa gestione come se non si vedesse l’ora di trovare un pretesto. Ho detto al sig. Ballotta tutto ciò che penso di lui e della situazione. La sua risposta è stata: “Mister sei stato semplicemente sfigato…” Al che ribatto: ”Non si manda via un mister se lo si ritiene in questa situazione sfigato”.
Certo, io sono uno dei pochi superstiti della vecchia gestione tecnica ed è facile intuire dagli atteggiamenti che i nuovi dirigenti non vedano di buon occhio chi come me godeva di grande considerazione nelìll’ambiente. Una volta fatto ricorso a titolo personale, senza avvalermi dell’avvocato messo a disposizione personalmente dal sig. Berni, la squalifica si è ridotta di addirittura 6 giornate. Tale sentenza lascia capire che i fatti descritti nel comunicato non corrispondevano a verità.
Comunicata al sig. Ballotta la sentenza del ricorso, con esito positivo, mi è parso di capire chi si era alla ricerca di altri pretesti per potermi allontanare. Ci sono diverse accuse nei miei confronti da ritenersi meschine: per esempio, la poca professionalità durante gli allenamenti. Questa accusa deriva da un episodio in particolare: dopo qualche giorno di lavoro molto intenso, culminati con un’amichevole di alto livello ben interpretata dalla squadra, decisi di affidare la guida tecnica per un giorno al collaboratore tecnico.
La fiducia non è stata ripagata in quanto lo stesso Franceschina ha fatto in modo che, in seguito, il mio esonero si concretizzasse più velocemente. E pensare che tutto lo staff l’aveva accolto a braccia aperte, dopo che era stato coinvolto con la Juniores nonostante il suo iniziale affidamento a collaboratore tecnico dei giovanissimi under 15. Tutte queste situazioni possono capitare solo in una società fragile, o comunque costituita da persone non all’altezza del ruolo che gli è stato affidato, per competenza o poca etica professionale.
Dall Juniores in giù non si è realizzato nulla di ciò che era stato promesso. Per esempio la situazione dei trasporti (risolta in parte solo ai primi di novembre dopo continue promesse prorogate a partire dal primo settembre, visto che alcuni servizi dei pulmini promessi non sono mai stati attivati), la situazione dell’abbigliamento sportivo (non ancora completamente fornito), le strutture, l’assistenza medica, ma soprattutto il completamento delle squadre.
Pare che per la società non sia una priorità, tanto che nessun dirigente, oltre al signor Scodellaro (poi sollevato dall’incarico), non ha mai visto un allenamento della juniores, magari anche solo per constatarne lo stato, oppure il lavoro svolto o semplicemente per capire l’atmosfera.
Un giorno sottolineai inoltre ad un dirigente che l’allenamento della juniores era a rischio per la situazione trasporti e la risposta che ricevetti fu: “Mister, sospendi l’allenamento…”. Come se noi fossimo degli scemi che fino ad oggi abbiamo trasportato i ragazzi anche dieci alla volta rischiando anche la patente personale.
Il settore giovanile rispetto all’anno scorso è crollato, in questo momento mancano di sicuro idee chiare, competenza ma soprattutto cuore ed appartenenza.
Di Ballotta non ricordo nessun intervento nella gestione della squadra juniores, nonostante vivessimo una situazione delicata dal punto di vista organizzativo e tecnico. La verità sul sig. Ballotta è questa: non ha nessun tipo di iniziativa personale sulla conduzione gestionale e tecnica del settore giovanile. Per non parlare di Zullo, fuggito dai problemi invece che risolverli.
Una gestione fondata sul ricatto, su promesse non mantenute, su pretesti per non pagare, non credo possa essere la rinascita di questa società. Si può essere fieri ed orgogliosi di lavorare per il Varese Calcio e per quello che ha rappresentato con la sua storia fino al recente passato, per la sua maglia, per la sua città e per i suoi tifosi, ma sicuramente non per questa società che di valori ne rappresenta ben pochi. Sono passati 13 mesi dall’ultimo rimborso percepito e il sig. Berni non ha rispettato totalmente il piano di rientro da lui proposto, visto che la prima tranche degli arretrati doveva essere saldata al 20 settembre (come da accordo scritto) e personalmente non ho ricevuto un centesimo. Questa lettera è solo l’inizio di un mio percorso e andrò avanti per far valere la mia posizione. Questa lettera l’ho scritta per tutelare la mia professionalità, la mia credibilità, ma soprattutto la mia persona. In questa stagione ben nove giocatori della juniores nazionale sono in pianta stabile in prima squadra, alcuni anche con ottimo minutaglie e considerazione degli addetti ai lavori.  Nei miei due anni precedenti lemie squadre hanno vinto due campionati provinciali (allievi e poi giovanissimi, concludendo senza aver subito un gol e a punteggio pieno): se non avessero avuto intenzione di puntare su di me e sul mio staff avrebbero potuto dirlo a giugno in sede di colloqui per la riconferma, così da essere liberi di accettare delle offerte da società magari meno blasonate, ma senz’altro molto più serie del Varese Calcio attuale. Quello che mi rimarrà nel cuore sono gli attestati di stima e affetto ricevuto da giocatori e colleghi.
Un abbraccio a tutti i colleghi della juniores scelti da me ai quali voglio dire di essere stato fiero di averli rappresentati come mister e come leader. Colgo l’occasione di ringraziare il signor Verdelli per avermi portato a Varese, al signor Brandinali per avermi scelto per la juniores nazionale ed al signor Scodellaro per avermi riconfermato dandomi sostegno e fiducia. E siccome sono una persona leale, sincera e pulita, il mio rancore non durerà molto, anche se ad oggi queste persone hanno ucciso una parte di me. Vorrei augurar loro di non commettere più gli stessi errori che hanno commesso con me e soprattutto con tutto il Varese Calcio, il quale meriterebbe dei successi importanti e meriterebbe di essere una società sana anche nell’animo.

Mariano Vaccaro

Senza entrare nel merito dell’episodio, e facendo un discorso in generale, ci capita spesso di raccogliere gli sfoghi, l’ultimo in ordine di tempo è stato quello di Aldo Cunati, ma ce ne sono anche tanti altri (ex allenatori, dipendenti e giocatori), di chi esce allo scoperto solo una volta che non fa più parte del Varese. Sacrosanti, ovviamente, però a parer nostro è sempre facile sputare sentenze a posteriori. Se si accetta di far parte del gioco e di ingoiare rospi, lo si fa punto e basta. Altrimenti, conoscendo oramai le difficoltà dell’ambiente biancorosso, che ha perso completamente la bussola dal momento in cui la piazza ha preferito vederlo fallire per rinascere “pulito”, si dice “no” e si cambia strada. Un discorso, questo, che esula da mister Vaccaro, da Aldo Cunati e da chi è rimasto al Varese nonostante tutte le difficoltà e ha creduto ai nuovi progetti. E’ un discroso che vale soprattutto per quei ex dirigenti, segretari, dipendenti che ci chiedono di andare a fondo, di indagare manco fossimo i servizi segreti: come mai non ce le avete chiesto quando dietro la scrivania c’eravate voi?

Elisa Cascioli