Il gancio è un giudizio espresso su Bertoni nelle pagelle di metà stagione. Talmente condiviso da far pensare al plagio. Innesco utile a dare un senso ad una sosta che forse un senso non ce l’ha. E per collezionare frammenti dell’Ivan Javorcic pensiero. Partendo proprio da quello che (probabilmente) quest’anno è il suo giocatore feticcio.

Il piccolo Xavi gioca da Busquets. Davvero così?
“Sa cosa diceva Del Bosque di Busquets? ‘Se guardi la partita nel suo complesso Busquets non si nota, ma guardando Busquets riuscirai a capire la partita nel suo complesso‘. Bertoni è il nostro giocatore che vince più contrasti e recupera più palloni. La sua importanza non viene mai sottolineata abbastanza”.

Qualche settimana fa ha detto che non vedeva Fietta come un vero regista. Sembrava una provocazione dopo le sue prestazioni di spessore con Lucchese e Arezzo…
“Mi spiego. Fietta può tranquillamente giocare da regista. Seppur con caratteristiche diverse da Bertoni. Per ritmo, geometria, tempo di uscita. La squadra ha bisogno di equilibrio. Ma se la domanda è se Fietta e Bertoni possono coesistere, la risposta è certamente sì. Abbiamo assortito il centrocampo con elementi di sostanza come Gazo ed altri di maggiore spunto come Pedone, Disabato e adesso anche Ghioldi. Vanno trovate le giuste combinazioni. E lavorare sul bilanciamento per mettere in campo i giocatori che la squadra può sopportare. Ad esempio Ghioldi è la nostra mezzala che tira più in porta. Una qualità da valorizzare”.

Nei compiti delle vacanze c’è anche l’obiettivo di trasformare Marcone in esterno?        
“Parte del mio lavoro è cercare di far progredire i giocatori che mi sono stati affidati. E’ una cosa che mi piace molto. Marcone è un ragazzo con grande gamba e una capacità di corsa naturale. Da centrale difensivo queste caratteristiche dinamiche forse non vengono valorizzate al meglio. Sarebbe un ottimo terzino a 4. Sul ruolo di esterno puro c’è un po’ più da lavorare. Ma in prospettiva può essere una soluzione”.

Inevitabile la sconfitta di Pistoia?
“Non posso certo dire che sia giusto così o che me l’aspettassi. Non sarei sincero. Però dopo quella serie di 8 risultati utili una battuta d’arresto è quasi fisiologica. Contro Pisa e Cuneo avevamo disputato partite perfette. Per l’interpretazione, la qualità delle giocate, la bellezza unica dei gol. Possiamo però anche dire che tutto era girato dalla nostra parte. Con la Pistoiese è stato esattamente il contrario anche negli episodi. Il calcio è fatto così”.

Questione di motivazioni?
“Mettiamola così. Ci abbiamo provato. Commettendo però troppi errori. Per la Pistoiese era una gara fondamentale dopo un momento difficile. Forse si sentivano in discussione. L’ho capito anche dall’esultanza di Asta al fischio finale. E dal fatto che hanno chiuso con il 6-3-1. Mettendo due pullman davanti alla porta…”.

Pausa senza amichevoli. Una scelta precisa?
“Abbiamo fatto un lavoro diverso da quello che avremmo svolto in presenza di gare di campionato. Nel nostro modo di vedere le cose è più utile una partitella in famiglia in cui tutti giocano almeno un tempo a buona intensità (sabato pomeriggio con innesti dell’Under 17 di Andrea Vecchio, ndr), piuttosto che affrontare una squadra magari di Eccellenza ed essere in campo solo per uno spezzone”.

Prossima fermata l’Olbia allo “Speroni”. Altra squadra (dopo Albissola e Pro Piacenza) a cambiare allenatore prima di incrociare la Pro Patria. Quantomeno curioso no?   
“E’ incredibile. Sembra un destino scritto. Certamente rappresenta una difficoltà in più nel preparare la partita. Anche se in questo caso è un cambio anomalo perché dopo Carboni torna Filippi che avevamo già incontrato all’andata. Sarà una gara molto difficile. I sardi (un po’ come la Pistoiese), hanno qualità per fare un campionato diverso da quello della salvezza. Meriterebbero davvero un’altra classifica”.
Sarà per questo che hanno cambiato di nuovo allenatore.              

Giovanni Castiglioni