Se non ci crede più lui, il deus ex machina di tutto il movimento giovanile del Varese, diventa difficile poter pensare che il Varese possa ancora andare avanti. Se anche lui si arrende allora diventa quasi impossibile poter credere al progetto “a lunga gettata, della durata potenziale di 6 anni con 6 milioni di investimeno, ovvero uno all’anno” ribadito appena ieri dal presidente uscente Claudio Benecchi davanti al backdrop della sala stampa targato Milan. I soliti numeri da capogiro che, guarda caso, pioveranno sul Varese solo se il Comune sarà disposto a dare lo stadio in concessione per molteplici anni non più a Varese Concept, ma bensì ad un gruppo non noto, rappresentato però da Enrico Fadani (colui che ha provveduto a saldare le vertenze ma solo teoricamente), che si rivolge ad un fondo per sua natura imprecisato.

Ad ogni modo, se getta la spugna anche Marco Caccianiga, che un anno fa aveva investito persino nelle parole dei Catellani, poi evaporati (e recentemente avvistati nei paraggi del Milano City), e più avanti aveva voluto credere alla rifondazione di Fabrizio Berni, allora c’è poco da fare.

Negli ultimi mesi è rimasto in prima linea per arginare il fuggi fuggi di genitori e bambini, per portare avanti il credo biancorosso. E’ stato proprio il suo volto rassicurante a convincere la maggior parte dei babybiancorossi a non voler andare da nessuna altra parte se non nel loro stadio, il “Franco Ossola” appunto che da oggi è di nuovo chiuso. La sua apertura, “a questo punto straordinaria”, di ieri è stata possibile solo grazie al Milan che ha evitato quella che sarebbe stata una figuraccia. Al contrario di come nel weekend i dirigenti del Varese avevano lasciato intendere, smentiti nell’immediato dall’Aspem, le utenze non sono mai state pagate e dunque mai riattaccate, così per rendere “agibile” l’impianto, il Milan ha fornito autobotte e generatori per avere acqua ed elettricità. Il fato però è stato beffardo nei confronti del Varese che non ha comunque potuto giocare la sua partita con la Varesina: ci ha pensato la neve a far rinviare il match. Un segno del destino? I maligni al “Franco Ossola” hanno sussurrato: “Se non la giocano oggi, non la giocano più…”. Bisognerà infatti capire come si potrà giocare la prossima partita casalinga programmata per il 10 febbraio. Misteri della fede.

Riaprire il “Franco Ossola”, secondo il condivisibile parere di Caccianiga, non è necessario solo per giocare i derby e il campionato, ma anche per far riprendere le attività della Scuola Calcio che sono sospese da oramai inizio anno.
Se non si materializzano i bonifici (il Varese ha i giorni contati per evitare la penalizzazione), se non si riaprono stadio e anche Varesello dove ci si allena, ma non si può giocare, se la rosa resta ridotta a poco più di 11 giocatori, come può il Varese andare avanti?

La lettera aperta di Caccianiga è una vera e propria accusa verso chi ha illuso tutti per l’ennesima volta. Ne estrapoliamo una parte:

Si sta consumando la peggiore farsa della storia biancorossa – scrive – . Ci hanno traditi, illusi, ingannati, sedotti e poi abbandonati. La Gabbietta Martino ridotta a pascolo notturno per volpi e randagi, il Sintetico Speroni da gemma preziosa a fondo di bottiglia di quart’ordine. Ci avevamo creduto. Io per primo, cari bambini, con Massimo e Sara, davvero convinti che potesse essere la ripartenza giusta, una nuova scalata verso l’infinito e oltre. Pensavamo di parlare con Buzz Lightyear ed, invece, abbiamo conosciuto Dart Fener. Il Lato Oscuro ha prevalso sul biancorosso. L’ombra della disfatta, già sperimentata e sofferta, ha oscurato persino il vostro sorriso. E’ la palese dimostrazione che l’uomo ha la memoria corta e non impara e verrà travolto, ogni volta, a prescindere dall’esperienza.

Se non vi vogliono, cari bimbi, non vi meritano. Non costituite una priorità, siete una ruota di scorta, neppure degni di farvi una bella doccia calda dopo l’allenamento. Ed allora, figlioli, poiché io – con Paola, Cosimo, Federico, Paolo, Stefano ed altri amici – ho vissuto l’epopea biancorossa, vi dico che è immorale continuare a tollerare una simile situazione. Esistono, in provincia ed in città, numerose Società di Calcio che garantiscono una sana attività con personale qualificato e strutture adeguate. Non lasciate che questo Varese vi mortifichi. Non è più il nostro. Voi avete il DIRITTO di svolgere un’attività motoria sana. Anche coloro che ci hanno portato a questa situazione sono stati bambini, ma non ricordano, oppure vogliono dimenticare. Noi non vogliamo diventare come loro, vero bambini? Non abbiamo voglia di crescere, stiamo bene cosi”.

MARCO CACCIANIGA
Responsabile Area Didattica Calcio Varese   

Elisa Cascioli