LA NON RINASCITA – E’ incredibile come non ci sia mai fine al peggio in casa del Varese dove la cosa migliore da fare sarebbe quella di mettere definitivamente la parola fine. Stop, basta, chiuso, finito: la rinascita del Varese del 2015 è stata ufficialmente un vero e proprio fallimento, l’ennesimo: una prima stagione in cui si è speso troppo senza investire, un primo anno in D caratterizzato da lotte intestine, una seconda stagione nella massima serie dei dilettanti sotto la sciagurata gestione Taddeo e poi Basile per finire con gli intermediari Catellani che a maggio scorso hanno portato colui che tutti i mali avrebbe risolto, quel Fabrizio Berni che nulla si è intestato e che si è volatilizzato nel giro di cinque mesi lasciando la patata bollente nelle mani di Benecchi.
Tanti volti passati, un unico comune denominatore: in pochi hanno messo mano al portafogli sino ad arrivare ad un punto di non ritorno. Scuola Calcio ferma, bambini che cercano una nuova sistemazione, stadio chiuso, Varesello off limits e una squadra ridotta a poco più di 11 giocatori che non si allena da tre giorni. I giocatori lavoreranno in palestra anche oggi; la neve potrebbe far rinviare la prossima giornata e poi ci sarà da capire se e dove potrà tornare ad allenarsi la squadra. Il campo comunale di Calcinate degli Orrgioni è stato messo a disposizione dal Comune al Varese fino al 31 gennaio, ma il club non ha ancora sistemato la questione utenze a stadio e Varesello.

VERTENZE – Non finisce qui perché su un’ottima stagione, andamento playoff in campionato e vittoria della Coppa Italia lombarda, incombe una severa penalizzazione. Su questo fronte si è davvero toccato il punto più basso perché il Varese non ha voluto ammettere l’impossibilità di saldare oltre 140mila euro di vertenze; al contrario ha diramato un comunicato ufficiale annunciando a caratteri cubitali quella che, oramai a 10 giorni di distanza, era un’assoluta falsità. Una pessima figura.
299750B8-A699-4193-A803-748D72EB0D58Ad oggi, agli ex della passata stagione non è ancora arrivato alcun bonifico e quel che è peggio è che sono stati letteralmente ingannati “con ricevute evidentemente fasulle(ve le mostriamo in foto ndr), lo sottolinea l’avvocato dell’Aic Nicola Paolini che li rappresenta. “Scritte a penna come si usava non so quanti anni fa, foglietti senza alcuna validità legale – aggiunge -. Non siamo nel Medioevo, nella peggiore delle ipotesi un bonifico può impiegare al massimo 7 giorni lavorativi per arrivare e direi che sono abbondantemente passati. Aver mentito è un fatto molto grave e, oltre al mancato pagamento, andrebbe denunciato anche questo aspetto e non solo sul fronte giustizia sportiva. Si potrebbe valutare di prendere in considerazione anche quella ordinaria” spiega l’avvocato. Ma il Varese ne è vittima o carnefice? E’ il Varese che ha provato a far ricadere la colpa su Fadani o Fadani stesso che ha comunicato al Varese di aver pagato senza invece farlo? Se questo è il biglietto da visita della nuova società non c’è da stare allegri e ci chiediamo con quali presupposti la trattativa, nel caso in cui esista perché oramai mettiamo in dubbio tutto, possa proseguire. E poi, anche qualora dovesse andare in porto, siamo sicuri che sia una soluzione? D’altronde lo pensavamo anche dell’arrivo di Berni…

CHE SUCCEDE ORA – Entro questa settimana la Lnd, che ha già concesso giorni extra al club, farà la dovuta segnalazione alla Procura Federale informandola tramite un fascicolo che il Varese non ha provveduto a saldare le vertenze. La Procura farà le indagini del caso e poi diramerà eventuali (e praticamente certi) deferimenti e penalità. “Non si sa ancora però se arriveranno entro questa stagione sportiva” precisa l’avvocato.
Quanti punti prenderebbe il Varese? Il regolamento prevede come minimo un punto a vertenza, ma c’è da considerare anche la recidività del club. Insomma, tutto un campionato da buttare. La sensazione è comunque al Varese tutto possa finire molto prima, così come è già successo alla Scuola Calcio.

Elisa Cascioli