Le vicende del Varese Calcio, ultime due gare non disputate per rinuncia e una partita giocata con la Juniores, stanno tenendo in apprensione i tifosi biancorossi e stanno facendo registrare il picco più basso della storia. Ma c’è chi fa, forse, peggio nel Girone A della Serie C: al di là della consueta retorica, quanto occorso ieri a Cuneo (20-0 sul Pro Piacenza con 7 ragazzi in distinta e un player manager 19enne) merita un paio di considerazioni a ciglio asciutto. Con una premessa. La farsaccia del “Paschiero” non cambia il destino degli emiliani. Che verranno esclusi dal campionato. Tempi e modalità sono invece ancora tutti da chiarire. Paradossale che ieri il Pro sia stato asfaltato proprio dal Cuneo. Cioè, da un club che (salvo ognuno) rischia analoga esclusione per le stesse motivazioni dei rossoneri (mancata sostituzione fidejussione Finworld). Della serie, solo in Italia.

Ora le due considerazioni. La prima riguarda le regole. Se si forzano (come hanno fatto Gravina e Ghirelli), si rischia di dover poi fare un passo indietro. Onde evitare ricorsi anche da parte di chi (parecchie società del Girone A) potrebbero avere interessi incrociati con il Pro Piacenza avendolo battuto in stagione. E volendo così tutelare i punti fatti. Ieri il numero uno della FIGC ha sentenziato: “Quanto accaduto a Cuneo è un insulto allo sport e ai suoi principi fondanti. Quella cui abbiamo assistito, nostro malgrado, sarà comunque l’ultima farsa”. Peccato che frasi analoghe si fossero lette anche il 20 gennaio in occasione del match rinviato con l’Alessandria. In quell’occasione il presidente di Lega Pro Ghirelli ebbe a dire: “Il calcio dei furbi deve finire e tutti lo devono capire in maniera chiara. Quella di Piacenza è una situazione vergognosa con appena 12 giocatori in lista e cinque tesseramenti su cui non c’è chiarezza: per questo siamo intervenuti“. Quattro settimane dopo si è concesso di giocare una gara con 7 giocatori in lista e tesseramenti avventurosi che hanno giustificato il posticipo di un’ora del match. Sempre meglio essere prudenti. Ed evitare frasi ad effetto. Che (tanto) non servono a nulla.

Seconda considerazione politica. In senso sportivo. Quello in atto è chiaramente un tentativo di messa all’angolo del presidente Gravina. Portato avanti da chi (Lotito?) ha in uggia il nuovo corso e ha una evidente prossimità con il patron rossonero Pannella. Il Pro Piacenza è solo il Cavallo di Troia di una battaglia più ampia in cui è in gioco (come sempre) la governance del nostro calcio. Chiave di lettura che non giustifica. Ma quantomeno può spiegare.

Intanto, in riferimento alla vicenda Finworld, il Tribunale Federale Nazionale ha inflitto 8 punti di penalizzazione a Matera (già escluso dal campionato), Pro Piacenza, Lucchese e Cuneo. Tempistica non esattamente casuale.

Giovanni Castiglioni