Come in un famosissimo film d’animazione gli orsetti, i pupazzetti, i giocattoli raccolti dalla Pallacanestro Verbano Luino durante il recente “Teddy Bear Toss”, si sono messi idealmente in fila e, uno dietro l’altro, hanno raggiunto l’Ospedale di Cittiglio.
Raggiunge quindi il suo epilogo migliore la bella iniziativa promossa dal club luinese con il general manager Matteo Minetti a commentare in tono emozionato tutto quello che giocatori, dirigenti e collaboratori hanno provato: “Il Teddy Bear Toss organizzato dalla Pallacanestro Verbano e Minibasket Luino – dice Minetti -, solo il primo di una lunga serie, si è concluso nei giorni scorsi con la consegna dei peluche ai bambini ricoverati nel reparto pediatrico dell’ospedale di Cittiglio. La nostra delegazione era composta dal Presidente Gubitta, una rappresentanza della prima squadra – coach Sterzi, il preparatore Rocca ed i giocatori Palazzi e Gardini -, alcuni dirigenti ed alcuni under 16, accompagnati dal loro coach Alessandro Bonino. Per tutti i presenti si è trattato di un pomeriggio speciale, al termine del quale, è non è un semplice modo di dire, siamo usciti tutti più ricchi e gratificati sotto il profilo umano”.
“Per me – dice Matilde Ferrara, mamma e collaboratrice Pallacanestro Verbano Luino – è stata un’esperienza particolare. Faccio l’infermiera e in passato per diversi anni ho lavorato proprio in pediatria quindi conosco la sofferenza dei bambini malati e lo stato d’animo dei genitori che si alternano nell’assistenza durante il periodo della degenza. Quando sei ricoverato in ospedale il tempo non passa mai e qualsiasi cosa succeda al di fuori della routine giornaliera viene vissuta come straordinaria. E, appunto, straordinaria è stata l’ospitalità che ci hanno riservato i piccoli ricoverati e le loro mamme, per non parlare del personale. Siamo stati accolti dal Dirigente Medico responsabile, dr. Carlo Baldioli, e dalla capo reparto sig. Franca che ci hanno accompagnati per tutto il reparto, veramente bello e curato, fatto di corridoi e stanze colorate che trasmettono allegria. Tutti i piccoli pazienti presenti hanno ricevuto un peluche. Quello più grande lo abbiamo lasciato nella sala giochi del reparto vestito con la divisa del minibasket Luino: farà compagnia ai bimbi e alle volontarie della Fondazione Il Ponte del Sorriso che, ogni giorno, hanno il compito di rendere meno gravose le lunghe ore e gli interminabili pomeriggi trascorsi in ospedale. A margine vorrei ringraziare tantissimo la lavanderia Vanoni per aver lavato e sanificato tutti i peluche gratuitamente, la capo reparto Franca e il dottor Baldioli per l’entusiasmo con cui ci hanno ricevuti, e il sig. Riccardo Cappello del Ponte del Sorriso per averci guidati nella nostra prima esperienza di Teddy Bear Toss”.
“Abbiamo vissuto una giornata molto bella e intensa che sicuramente ricorderemo per molto tempo – commenta Danilo Gubitta, presidente PVL -. Solitamente siamo abituati a vedere i nostri bambini in palestra, impegnatissimi a giocare, correre e divertirsi. Per questi motivi vedere oggi quei bambini del reparto pediatria dell’Ospedale di Cittiglio, alcuni nei lettini con le “flebo”, assistiti dai loro genitori, ci ha suscitato forti emozioni, e sensazioni che hanno toccato il massimo quando abbiamo visto il loro sorriso alla consegna dei peluche“.
“Giornata assolutamente stupenda, così come è stato bellissimo – dice Niccolò Palazzi, giocatore PVL -, vedere il sorriso sui volti di quei bambini. Volti luccicanti di felicità solo perché sei passato a trovarli e hai portato loro un peluche. Sono sensazioni che ti riempiono il cuore di gioia e ti fanno capire quanto la salute sia la cosa sempre più importante. Insomma, una bellissima iniziativa, assolutamente da riproporre”.
“Esperienza toccante e sorprendente allo stesso tempo – osserva Andrea Gardini, giocatore C2 e istruttore Mini Basket Luino -. Il sorriso e l’allegria dei piccoli ricoverati quando hanno ricevuto i nostri peluche rimarrà per sempre impressa nella mente. La serenità con cui affrontano i loro problemi è un grande esempio per tutti. E’ un’emozione che mi porterò dentro e che racconterò ai miei piccoli atleti che alleno ogni giorno, perché capiscano quanto sono fortunati nel poter fare quello che più gli piace. L’ambiente che ho trovato in ospedale è bellissimo: un plauso a medici e infermieri che hanno saputo trasformare le stanze di un ospedale in una casa accogliente a misura di bambino. Mi è piaciuto vedere come anche in ospedale un bambino è sempre, prima di tutto, sopra ogni altra considerazione, un bambino. Personalmente, sono molto fiero di poter praticare uno sport sano in una società così attenta alla realtà che la circonda. Un club che, tra i tanti meriti, ci ha permesso di poter dare un piccolo contributo a chi è meno fortunato. Lo sport vero è anche questo“.
Conclude Andrea Sterzi, coach della prima squadra di Luino: “E’ stata una bellissima esperienza. Entrare nel reparto di pediatria dell’ospedale di Cittiglio,vedere questi corridoi e stanze tutte decorate con disegni e colori vivaci ha fatto sentire bene noi adulti… Mi immagino i bimbi che, comunque ricoverati, grazie a questi ambienti confortevoli riescono a sentirsi a casa loro. Credo sia un aspetto fondamentale. Poi, mentre entriamo nelle loro stanze, vediamo questi bimbi timorosi, quasi vergognosi, ma attratti e contenti nel momento in cui vedono e capiscono che i peluche saranno tutti per loro. Allora cerchi di metterli a loro agio, iniziando a parlargli, stimolandoli a scegliere un peluche e loro si attaccano con lo sguardo alle proprie mamme per cercare il consenso per prenderli e decidere quali. Poi, ancora, ti si avvicina un bimbo e ti dice “Sai che la mia maestra mi ha detto che sono bravo a giocare a basket. Una volta ho fatto anche un goal da lontanissimo!!”. Poi, entri in una cameretta e vedi una bimba di 6 mesi in questo lettone che sorride quando gli dai un peluche. Lei lo guarda e ride. La saluti e ti sorride di nuovo. Poi, un’altra stanza che accoglie due bimbi di 4 mesi. Uno dei due, stretto al petto della mamma, ha una flebo inserita nel braccino ed è attaccato all’ossigeno che lo aiuta a respirare. Così, però, è davvero dura da sopportare e fai fatica a nascondere emozione e occhi lucidi. Alla fine, è vero, non abbiamo visto bimbi in gravi condizioni, ma ugualmente te ne vai, ce ne andiamo, a malincuore. Sarei rimasto volentieri qualche ora in più a farli giocare e, intanto, pensi: cosa potrei fare di più per loro, per le loro famiglie e per l’ospedale. E tutti, anche se contenti e più sereni sappiamo che il nostro, forse, è solo un primo, piccolissimo, passo”.
Massimo Turconi