Ha detto sì ai Mastini per rilanciarsi e trovare spazio e così è stato: Daniel Belloni, 21 anni appena compiuti e milanese di nascita, è approdato in estate a Varese rifiutando altre proposte e adesso è uno dei giocatori più utilizzati da coach Da Rin che, per altro, l’ha avuto anche nel Milano Rossoblù.

Quando hai iniziato a giocare ad hockey?
“Il merito è tutto di mio fratello Luca. Avevo solo tre anni e mezzo e ricordo che, insieme a mia mamma, andavo ad accompagnarlo al palaghiaccio a Milano. È in quel momento che ho voluto mettere i pattini anch’io ed è stato amore a prima vista. Per i primi due anni ho giocato contemporaneamente a calcio, ma le emozioni che mi dà l’hockey sono incomparabili: è una disciplina diversa da tutte le altre e il legame che si crea in spogliatoio tra compagni è fortissimo”.

Come è proseguita la tua carriera?
“A 12 anni ho deciso di trasferirmi dai Vipers Milano al Lugano per migliorarmi e, infatti, è lì che ho imparato tutto quello che so fare oggi. In Svizzera l’hockey è lo sport nazionale, tutto è organizzato bene e si dà molta importanza alla crescita di un atleta. Ho vestito la maglia del Lugano fino ai Mini e ho vinto un campionato con i Mosquito A e poi ho giocato due stagioni al Chiasso tra i Novizi e gli Juniori. I miei impegni di studio e quelli di lavoro di mio papà, che mi ha sempre portato avanti e indietro dalla Svizzera, mi hanno costretto a tornare a Milano dove ho vinto da aggregato alla prima squadra il campionato 2016/2017 e da giocatore della prima squadra la Coppa Italia dell’anno scorso”.

Che cosa ti ha portato a Varese?
belloni hockey maglia“Ho avuto qualche contatto con Chiavenna e anche con il Como, ma ho rifiutato le loro proposte. Varese, invece, è una società con un vero progetto alle spalle e, quando ho chiuso con Milano che ha deciso di passare di categoria, è stata la mia prima e unica scelta. Volevo rimettermi in gioco e trovare più spazio e qui sto esaudendo questo mio desiderio. Il gruppo, inoltre, è affiatato e non siamo solo compagni ma siamo anche amici, cosa non sempre scontata in una squadra. Sento vicini tutti, anche la dirigenza e il presidente e avere la fiducia di tutti è importante”.

Domenica alle ore 19.30 c’è il Como, l’ultimo scoglio prima dei playoff. Come ci arrivate?
“Come contro Ora settimana scorsa, affrontiamo quest’ultima partita contro il Como con lo spirito da playoff, ossia con la voglia di vincere, di dare il massimo e di essere continui nell’arco dell’intera gara. Dobbiamo avere la giusta mentalità e non darci mai per vinti. Fisicamente stiamo bene, nonostante nelle ultime settimane ci siamo allenati poco per via della chiusura del palaghiaccio, e c’è un clima positivo”.

Varese nei playoff incrocerà una tra Merano, Appiano e Caldaro. Chi preferisci?
“Eviterei molto volentieri il Merano, squadra che gioca insieme da anni, che è rodata, che è forte mentalmente e che ha elementi con esperienza anche in Serie A. Contro Appiano abbiamo sempre disputato ottimi match e penso che potremmo dire la nostra tranquillamente. In ogni caso pensiamo a noi e ad arrivare bene all’appuntamento. Chiamiamo anche a raccolta i nostri preziosi tifosi: ancora di più nei playoff avremo bisogno di voi”.

Laura Paganini