Quel che rimane del Calcio Varese, che di Varese Calcio non ha oramai più nulla (vivaio, stadio, campi, ma soprattutto tifosi), resta incredibilmente ancora in piedi, barcolla tremendamente, cade, ma poi c’è sempre qualcuno che riesce a sollevarlo e ancora non capiamo che senso abbia continuare questa agonia se non cerare di evitare magagne personali. C’è chi guarda esclusivamente al proprio orticello, che ha paura di chissà quali ripercussioni e non è intenzionato a prendersi alcuna briga. Sono (e siamo) tutti colpevoli di questa situazione ed è ora di uscirne tirando fuori gli attributi non solo gridando basta, ma spingendo per un piano “B” perché il calcio a Varese può ancora rinascere. Questo può accadere anche grazie a quello che succederà nelle vicinanze e basta guardarsi intorno: l’Inveruno si unirà all’Insubrua per far rinascere la Solbiatese in Serie D inglobando anche la dirigenza del Busto 81. A quel punto ci sarebbe un titolo in Eccellenza che balla, mentre il Comune aprirà il bando per il “Franco Ossola”, un impianto sicuramente spropositato per la categoria, ma che in questo momento sarebbe il simbolo di un Nuovo Varese che potrebbe nascere senza debiti.

Un Nuovo Varese che potrebbe nascere a prescindere dal Calcio Varese, ma, a quel punto, resta da capire se i tifosi biancorossi si riconosceberreo in questa nuova realtà Di città con una doppia squadra ce ne sono tante: vedi Saronno (con lo storico Fbc sempre più affaticato e il progetto Robur che è naufragato), vedi Vigevano (con il club storico in Prima Categoria e il Città in Eccellenza) oppure vedi il Tortona e il Derthona, vedi Verona e Chievo. Doppie realtà che difficilmente vanno d’accordo e nuove società che non riescono a sostituirsi alle vecchie, se le vecchie (e malate come in questo caso il Varese) prima non muoiono. E non parliamo di fallimento amministrativo, ma semplicemente di stand-by. Parliamo di una squadra che difficilmente si iscriverà al campionato dell’anno prossimo considerato che per farlo deve pagare tutte le vertenze (circa 200mila euro). Cosa che al momento, nonostante i movimenti sottostanti, ci sembra un po’ impossibile. E, nel caso dovesse farlo, avrà in partenza una penalizzazione pesantissima. Quindi non sarebbe forse il caso di chiudere i battenti prima in modo tale da spianare il terreno per una possibile nuova realtà?
Ci sarebbe poi anche un’altra strada percorribile, forse più tortuosa, quella che porta alla Varesina. Una piccola realtà dove si sogna di fare grande calcio che forse però solo in una città si può fare. Tutto è da vedere, di ipotesi se ne possono fare all’infinito, ma l’unica cosa certa è la necessità di chiudere il libro e di iniziarne un altro cambiando i protagonisti, dal primo all’ultimo.

Difficile farlo se in pochi sono disposti ad abbandonare il “cadreghino”. Non riusciamo a capire che senso ho avuto voler “onorare la maglia” da parte di coloro che non sono mai stati rispettati dalla società, che restano dubbiosi sul da farsi da dicembre e che alla fine cedono sempre (perché?). Pretendevano legittimamente un campo in cui allenarsi e qualche rimborso almeno per pagarsi le spese, ma anche a sto giro sono arrivate solo parole, di cash ancora non se ne vede e allora perché? Almeno ditelo. Diteci anche che intenzioni avete per domenica prossima, ultima giornata in trasferta a Sant’Alessio con Vialone, una trasferta che quei pochi tifosi che rimangono stanno già organizzando. La situazione non ha fatto che peggiorare e alla fine c’è il rischio che non rimane più nessuno da salvare.

Elisa Cascioli
Michele Marocco