Se da un lato è vero che Varese non appare nella sua condizione migliore in questa fase della stagione, dall’altro non si può negare che – all’interno della corsa Playoff – il calendario offre a Ferrero e compagni un assist. Dopo Pesaro, infatti, la Openjobmetis ha l’opportunità di affrontare tra le mura amiche la Oriora Pistoia sulla cui panchina siede da poche settimane l’ex coach biancorosso Paolo Moretti: la squadra toscana ha un piede e mezzo in Legadue (anche se bisognerà seguire gli sviluppi della vicenda Torino) e non è mai riuscita, nel corso della stagione, a cambiare passo.
L’arrivo di Jake Odum (3.9 punti e 2 assist di media) non ha risolto i problemi dell’Oriora e, anzi, il nuovo playmaker non sembra all’altezza del suo predecessore Kerron Johnson (13.1 punti e 3.9 assist). Neanche la firma del solista Tony Mitchell (21 punti e 4.8 rimbalzi), che ha sostituito Dominique Johnson, ha sortito gli effetti sperati. Tra gli altri giocatori del quintetto base spicca il centro Ousman Krubally (12.3 punti e 10.2 rimbalzi), uno dei pochi giocatori di Pistoia dal rendimento costante.
Non si può disprezzare del tutto nemmeno l’impatto delle ali L.J. Peak (12.5 punti) e Patrick Auda (11.4 punti e 4.7 rimbalzi; acciaccato, ha saltato la sfida con Cantù di settimana scorsa), sebbene non abbiano mai avuto particolare continuità di rendimento nel corso della stagione. Dalla panchina il minutaggio più alto ce l’ha Blaz Mesicek (8.3 punti), giovane di belle speranze che ha avuto a sua volta un rendimento alterno nelle sue prime nove gare pistoiesi.
A chiudere le rotazioni ci sono gli italiani Andrea Crosariol (5.2 punti e 4.1 rimbalzi), Riccardo Bolpin (4.7 punti) e Gianluca Della Rosa (2.4 punti e 1.2 assist). La Oriora resta la candidata principale all’ultimo posto, che attualmente ricopre con 2 punti di distacco dalla coppia Reggio Emilia-Pesaro, e si trova di fatto dinanzi all’ultimissima chiamata: causa scontri diretti a sfavore sia con la Grissin Bon sia con la VL, in caso di sconfitta Pistoia sarebbe aritmeticamente condannata.

Occhio a… Tony Mitchell (in foto in alto da FB Pistoia Basket 2000)
Tony Mitchell è nato a Swainsboro (Georgia) il 7 agosto 1989. Formatosi cestisticamente alla University of Alabama (tre stagioni con i Crimson Tide), Mitchell ha poi incominciato una carriera da autentico giramondo che lo ha portato a cambiare già 17 squadre in appena sette stagioni da professionista. Non solo Europa per lui: Mitchell ha giocato anche in Cina, Filippine, Australia e Porto Rico, oltre che in NBA (con i Milwaukee Bucks) e in G-League.
In Europa ha vestito le maglie di Trento (con cui fu MVP del campionato italiano nella stagione 2014/2015), Krasny Oktyabr, Estudiantes, Sassari, Hapoel Eliat, Cantù e, appunto, Pistoia. I toscani lo hanno prelevato a stagione in corso da Cantù, che ha scelto di privarsi del talento difficile da tenere sotto controllo di Mitchell e ha poi in effetti voltato pagina. Pistoia, invece, ha vinto una sola partita (su nove) con lui in campo. Mitchell, però, è il classico giocatore da non sottovalutare mai perché, quando è in serata, può vincere le partite da solo: in questo campionato ha disputato anche una gara da 36 punti (11/27 al tiro) nel successo di Cantù su Reggio Emilia.

Filippo Antonelli