Una storia ultracentenaria quella del Varese che è indissolubilmente legata a quella della sua casa, lo stadio “Franco Ossola”, un impianto vecchio “come mio nonno” (edificato nel 1935) che sta andando incontro a morte certa. Da erba alta stadiooramai un decennio si continua a discuture della sua necessaria ristrutturazione, ma i progetti sono rimasti solo disegni e le parole sono rimaste solo sparate durate il tempo di un titolo di giornale. Un susseguirsi di annunci (sempre gli stessi) che adesso si rischia di non sentire più. Il “Franco Ossola”, inutilizzato oramai da gennaio, rischia seriamente di rimanere coi cancelli chiusi e questo non solo perché il Calcio Varese è ad un passo dal fallimento. Nel caso in cui si verificasse il vero colpo di scena, ovvero che il club di Benecchi riuscisse a sopravvivere e ad iscriversi al campionato di Eccellenza, la sensazione porta a presagire un cambio di sede di gioco.  Lo stadio è in pieno degrado, distrutto e abbandonato; il 30 giugno scadrà la convenzione e l’impianto tornerà nelle mani del Comune, al momento termini e condizioni non sono stati ridiscussi. Tutto tace e questo silenzio sa tanto di ultimo respiro.

Per potersi iscrivere, il Varese deve sborsare subito circa 200mila euro per saldare le vertenze. Il 26 giugno alle 9.45 in Tribunale ci sarà l’ennesima udienza fallimentare. La presidenza, che a inizio settimana ha dato rassicurazioni circa il futuro annunciando una conferenza stampa, resta al momento, invece, in silenzio. “Stiamo lavorando – dice l’avvocato Mauro Nucera -, non diciamo altro, solo che il Varese non è morto. A breve daremo delle risposte che siano esse positive o negative”.

Attorno ai colori biancorossi prevale lo sconcerto e c’è chi è costretto a volgere lo sguardo altrove. E’ al lavoro la neonata Accademia Varese pronta ad accogliere bambini e ragazzi. La nuova realtà giovanile cittadina partirà dai più piccoli (Pulcini e Piccoli Amici in base alle iscrizioni) sino agli Allievi. Il quartier generale sarà il campo di San Fermo dove c’è bisogno di qualche lavoro di manutenzione. Sogliano, nuovo ds del Padova, e Dibrogni, il dirigente che probabilmente lo raggiungerà in biancoscudato, hanno messo le basi.

Elisa Cascioli
(Foto a lato di Ezio Macchi)