Si è conclusa da pochissimo la migliore stagione della carriera di Silvia Scalia, lecchese ormai trapiantata a Busto Arsizio che detiene il record italiano dei 50 dorso (27”89).
Passo dopo passo, Silvia è cresciuta costantemente sotto la guida di coach Gianni Leoni e alla fine del mese di luglio ha partecipato ai suoi primi Mondiali, un’esperienza indimenticabile e che ogni atleta di qualsiasi sport vorrebbe vivere, al pari delle Olimpiadi. Se per quelle se ne riparlerà l’anno prossimo, il campionato iridato è alle spalle e Scalia traccia un bilancio. “Dal punto di vista delle mie prestazioni, non posso ritenermi del tutto soddisfatta. Sia nei 50, sia nei 100 dorso, infatti, sono uscita di scena nelle batterie del mattino con il 17° tempo, il primo delle escluse alle semifinali. A condannarmi è stato un centesimo nei 50 dorso e 8 centesimi nei 100 dorso, davvero pochissimo. Sono convinta che se fossi passata alle semifinali del pomeriggio avrei nuotato più velocemente, anche perchè al pomeriggio di solito riesco ad esprimermi meglio”.

A mente fredda, che cosa ti è mancato per riuscire a centrare le seminali?
“Nei 50 il device per la partenza è stato posizionato per tutte in un modo strano, in una posizione alla quale non sono abituata perchè di solito è alzato. Forse questa cosa mi ha penalizzato un po’, ma è proprio difficile trovare il motivo del mio ritardo di solo un centesimo. Nei 100, invece, avrei potuto partire meglio, più decisa, e ho pagato questa cosa. In generale, non è stato facile mantenere alto il mio livello di forma per tante settimane per gareggiare al top prima alle Universiadi di inizio luglio e poi ai Mondiali. Ho però accumulato tanta esperienza di cui farò tesoro e che mi aiuterà in futuro”.

silvia scalia mondiali gwangju 2A livello di emozioni, che cosa ti hanno lasciato i Mondiali?
“E’ stato fantastico. E’ stata la mia prima volta in un contesto così ampio e in cui tutti i migliori al mondo hanno gareggiato. Il clima era magnifico sia all’intero della squadra azzurra, sia con gli altri atleti e dal punto di vista sportivo è stata una kermesse di alto livello e in cui molti record del mondo sono stati abbattuti. Quando non ero impegnata nelle mie gare sono sempre andata a tifare i miei compagni e così facendo il rapporto tra di noi si è rafforzato. Ci sono stati, inoltre, anche molti momenti goliardici”.

Ad esempio?
“Benedetta Pilato, la matricola del gruppo azzurro, ha superato il rito di iniziazione che consiste nel decolorare metà dei capelli. L’anno scorso agli Europei di Glasgow è toccato a me e mi ricordo ancora che avevo degli incredibili capelli di un colore indefinito. Ricordo anche che alla mia prima volta con l’Italia ho dovuto scrivere una poesia su di me e l’ho dovuta leggere davanti a tutti, non senza vergogna. Oltre a questo rito, a Gwangju i novellini della nazionale hanno anche dovuto superare un’altra prova: salire a piedi tutti i 21 piani del palazzo che ci ospitava e l’ultimo arrivato ha dovuto mettere il braccio nel cestino dell’umido”.

Con chi hai legato di più del gruppo?
“Abbiamo trascorso varie settimane tutti insieme. Prima siamo stati alle porte di Tokyo nella sede olimpica dell’Italia dell’anno prossimo e ci siamo trovati molto bene. Poi ci siamo trasferiti in Corea del Sud e ho condiviso l’appartamento con la mia compagna di allenamenti a Busto Arsizio Arianna Castiglioni e con Federica Pellegrini, Simona Quadarella, Elena Di Liddo e Giulia Gabbrielleschi. Ci siamo trovate bene, ed essendo alloggiate in una casa, abbiamo passato insieme praticamente ogni momento della giornata al di fuori dell’acqua”.

Prossimo obiettivo Tokyo 2020?
“Sì, decisamente. Le Olimpiadi sono un traguardo che sogno e farò di tutto per esserci. La prossima stagione sarà lunga e impegnativa come quella che è appena finita e proverò a qualificarmi per Tokyo già agli Assoluti che nel 2020 saranno a marzo. L’altra finestra di qualificazione sarà il Sette Colli, ma spero di riuscire a fare il tempo limite agli Assoluti primaverili. Oltre alle Olimpiadi, nell’annata sportiva che verrà ci saranno gli Europei in vasca corta a dicembre 2019 a Glasgow e gli Europei in vasca lunga a maggio 2020 a Budapest. Inoltre, so già che affronterò alcune tappe della Champions League Isl, una competizione a squadre: ad inizio ottobre sarò ad Indianapolis, poi a Napoli, a fine novembre a Londra e le finali, infine, saranno a Las Vegas il 20 e 21 dicembre. Sarà un ottimo modo per testarmi su alti livelli e fare ancora più esperienza internazionale”.

La tua stagione è terminata pochi giorni fa con l’oro nei 50 dorso e l’argento nei 100 dorso ai Campionati Italiani. Che bilancio fai?
“E’ stata la mia migliore annata da quando nuoto e sono molto contenta dei progressi e dei risultati ottenuti. Mi rammarico, però, per come sono andate le cose ai Mondiali. L’ho chiusa un po’ con l’amaro in bocca, ma credo proprio che ci saranno altre occasioni e che non vada dimenticato quello che ho fatto prima”.

Come va l’università?
“Sono a metà del mio percorso. Studio Design d’Interni al Politecnico di Milano e conciliare lo studio, la frequenza obbligatoria, gli esami e gli impegni in piscina non è facile. Ma dopo qualche giorno di stacco sono pronta a ricominciare”.

Dove vai in vacanza?
“Niente mare né acqua, ma vado montagna a respirare un po’ e a prendere fresco. Ho un mesetto di pausa e voglio ricaricare le pile anche dal punto di vista mentale. Poi, ci sono le Olimpiadi che mi aspettano”.

Laura Paganini