Idee che in un rincorrersi di creatività e fantasia finiscono per allungarsi generose sul pentagramma. Ed è proprio lì, che tra righe e spazi, è nato uno dei sogni più belli di Fabrizio Caso, uomo visceralmente appassionato di pallacanestro con una personalità che, lo ammetto, senza troppa fantasia definisco “vulcanica”. Caso, Consorziato della prima ora, lunga esperienza amorosa “baskettara” alle spalle con vissuti da giocatore, nelle giovanili dell’allora Ignis, da allenatore di varie squadre e da dirigente, sempre a livello giovanile, nella Pallacanestro Varese dell’epoca-Bulgheroni da tempo aveva in testa un’idea tambureggiante: creare un inno per la Pallacanestro Varese.
“Idea strana, vero?” chiede con un pizzico di indagativo riserbo Fabrizio.
Strana no. Più che altro la chiamerei inconsueta. Come ti è nata?
“Amo in modo folle la pallacanestro e dopo aver ricevuto tanto da questo sport sentivo di dover restituire qualcosa in grado di restare. Un gesto d’affetto per la Pallacanestro Varese, un piccolo segno. Ma, attenzione, volevo offrire una cosa che fosse mia e mi sembrava che a questo club così ricco di gloria, storia e iniziative, mancasse solo una cosa: l’inno ufficiale”.
A Fabrizio Caso, idea fra le mani, manca solo un “piccolo” particolare: a chi affidarla.
“Per un evento del genere volevo che una società prestigiosa come la Pallacanestro Varese avesse a disposizione non solo un musicista professionista, ma se possibile il meglio. Oggi mi rende orgoglioso esclamare: ci sono riuscito”.
Caso, infatti, a questo punto cala l’asso. L’idea che sbanca e riesce a coinvolgere nel progetto un gigante della musica italiana, un vero e proprio maestro: Flavio Premoli, artista varesino, noto per essere uno dei leader della PFM.
“Ovviamente sono state le vie del basket, davvero infinite, che mi hanno permesso di arrivare ad un grande musicista come Flavio. Come? Beh, Maurizio Gualco, ex grande campione della Pallacanestro Varese, è un mio amico fraterno e sua sorella Rossana è la moglie di Premoli. Così, dopo averne prima parlato con ‘Mau’, ho messo da parte le incertezze e con la più bella faccia tosta del mondo mi sono presentato a Flavio chiedendogli: ‘Ti piacerebbe scrivere l’inno della Pallacanestro Varese?’. Flavio, senza indugi, mostrando da subito grande disponibilità, replica: ‘Perché no?’. Da quel breve botta e risposta è partita la ‘chimica’ -empatia, sensibilità, cura -, che ha fatto scattare la bella storia che sta dietro a tutto il progetto. Insieme a Flavio siamo andati da Cecco Vescovi, il quale ha immediatamente mostrato grande interesse e avallando la cosa ci siamo messi al lavoro. O meglio, per essere precisi, Premoli si è messo al lavoro e, incredibili le sue capacità, nel giro di poche ore aveva già elaborato la prima bozza dell’inno. In seguito, Flavio, da genio qual è, ha voluto lavorare direttamente sul campo, ovvero assistere ad alcune partite, cercando di capire l’atmosfera e l’armonia che fanno da sfondo alle gesta di Ere e compagni. Poi, ‘martellandomi’ di idee, proposte, suggerimenti ho messo a disposizione di Premoli il Coro ‘Sine Nomine’ diretto dal Maestro Giuseppe Reggiori. Il Coro, famoso per il suo repertorio classico per qualche giorno ha messo da parte Bach, Beethoven, Mozart e così via e tutti i cantanti, accettando con entusiasmo la mia proposta, si sono dedicati anima e cuore allo studio e all’esecuzione di classici ‘cori da Curva’. Premoli, dopo aver effettuato qualche prova al palazzetto, ha registrato il tutto e con la sua equipe -altri musicisti, fonici e tecnici-, ha prodotto quello che, posso dirlo?, mi sembra proprio un gran bel prodotto. Un inno in cui, spero, tutti i tifosi e appassionati riescano a percepire la passione, anzi, l’amore che nutro per questo grande club. Non per niente il titolo dell’inno, avevate dubbi, sarà: ‘Varese nel cuore’”.

Massimo Turconi