Il primo giorno di lavoro del Cas è ormai alle porte e la neopromossa allenata da Luciano Cau sta per affacciarsi dopo alcune stagioni sul palcoscenico della Promozione. Pronti per le prime sgambate ci sono tanti baldi giovani di belle speranze e anche qualche giocatore d’esperienza che non potrà che mettere in campo tutto quello che ha imparato in anni e anni tra Serie C1, C2, Serie D ed Eccellenza. Uno di questi è sicuramente il classe 1983 Nicola Napolitano, che ha un passato tra i professionisti e il sogno realizzato di giocare nientemeno che a San Siro con la maglia della sua Inter.
“A 13 anni sono entrato nel settore giovanile dell’Inter e in nerazzurro ho fatto tutta la trafila fino a debuttare in prima squadra. Con la Primavera ho vinto uno scudetto, ho partecipato al Viareggio e sono stato compagno di Martins e Pandev che erano veramente forti. Insomma, mi sono tolto delle belle soddisfazioni. Nel novembre del 2003, inoltre, ho esordito in Coppa Italia contro il Bari e qualche tempo dopo Cuper mi ha buttato nella mischia in campionato contro il Como a San Siro. Ho ricordi indelebili di quel momento ed è un traguardo a cui tantissimi aspirano e che io posso dire di aver vissuto sulla mia pelle”.

Come è finita con l’Inter?
“La società mi ha girato in prestito, come si usa fare con i giovani per far fare loro le ossa. Sono andato allo Spezia, ma da lì in poi il mio percorso è stato condizionato da parecchi infortuni che non mi hanno fatto trovare la continuità necessaria. Così ho girato molte squadre tra C1 e C2 prima di arrivare a 29 anni alla Pro Sesto in Eccellenza con cui sono salito in Serie D. In seguito ho vestito le maglie dell’Arconatese, Magenta, Sedriano e Gaggiano. In sostanza, ho giocato di più dai 29 anni in avanti che prima quando ero più giovane”.

Hai qualche rimpianto?
“Nella mia carriera potevo fare sicuramente meglio. Sono partito bene e le premesse erano ottime, ma gli infortuni, la sfortuna ma anche un po’ del mio non mi hanno permesso di arrivare in alto. In generale sono contento di quello che ho fatto e soprattutto sono felice che a 36 anni compiuti io ami ancora il calcio e non veda l’ora di tornare in campo per l’ennesima stagione. Ho fatto il patentino UEFA B per allenare, ma non voglio prendermi il doppio impegno, mi sento ancora un giocatore”.

Come sei arrivato al Cas?
“Già l’anno scorso il ds Colombo mi aveva proposto di passare al Cas, ma, dopo la parentesi alla Castanese, a gennaio ho preferito andare al Gaggiano. Avrei potuto rimanere al Gaggiano anche per la prossima annata, ma ho scelto di spostarmi più vicino a casa e sono contento di aver ricevuto ancora una telefonata dal Cas. Alla presentazione ho conosciuto il mister e i miei nuovi compagni; alcuni, come Finato, Oldani e Berton li conoscevo già, mentre sono curioso di cominciare per rompere il ghiaccio con gli altri”.

Qual è il tuo obiettivo stagionale?
“Sono a completa disposizione del mister e del gruppo e posso portare sicuramente un po’ di esperienza. La società penso mi abbia voluto anche per questo scopo e sono pronto ad avere questo ruolo all’interno della squadra. L’impegno non mancherà mai e sono felice di rimettermi in gioco. Tutti insieme proveremo a mantenere la categoria”.

Non hai mai giocato nel girone A di Promozione, ma guardando le squadre cosa ne pensi?
“Temo molto le milanesi perchè le ho sempre affrontate durante la mia carriera. Magenta, Vighignolo, Vittuone si sono rinforzate parecchio, il Gavirate è attrezzato così come Base 96 e Meda; insomma, sarà un girone di ferro. Ci sarà da lottare, ma sono sicuro che noi ci faremo trovare pronti”.

Laura Paganini