Dopo lo scudetto conquistato nel 2004, Chicca Macchi vive comunque serena le sue ultime stagioni in Ginnastica Comense che filano via senza infamia e senza lode. La crisi economica comincia a picchiare duro anche in casa delle nerostellate che, inevitabilmente, non hanno più le risorse per tenere il passo con le più quotate e danarose formazioni italiane e continentali. Un’atmosfera del genere non appare certamente stimolante per una giocatrice del calibro di Chicca, ormai stabilmente classificata e considerata tra le “top 3” del basket italiano.
“Mettiamola così: in Comense sento arrivare per intero la crisi del settimo anno e, complici una serie di situazioni difficili, è giusto che io pensi ad un’altra sistemazione – dice con un sorriso ironico Chicca -. Tuttavia, in quell’estate succede che l’offerta più importante e interessante arrivi da Ribera, provincia di Agrigento, Sicilia bella e profonda. La squadra – Stabile, Skrastina, Zanon e Zanoni, Schultze, Moore, Antonelli – sulla carta è buona, il coach è il “mio amico” Gianni Lambruschi e ci sono tutte le condizioni per fare bene. Poi, credimi, il posto è assolutamente fantastico. Pure troppo. Infatti, sotto il profilo umano e ambientale l’annata trascorsa a Ribera è stata assolutamente indimenticabile. Tra un allenamento e l’altro si “va a’mmare” e la vita scorre via all’insegna della grande serenità. Pure troppa. Forse. Di fatto l’annata non decolla mai e, per la prima volta da quando sono in serie A1, i playoff li vedo in televisione”.

Cosa non ha funzionato in quella stagione?
“Diciamo che durante la stagione il club ha avuto qualche problema economico e le giocatrici straniere in casi del genere sono, giustamente, le prime a farsi da parte prima riducendo impegno fisico e mentale, poi, come successo a noi, salutando l’Italia in anticipo. Così arriviamo a fine campionato al nono posto in classifica, l’unica posizione di sicurezza: niente playoff, niente playout e stagione finita già a metà aprile. Però, ripeto, in quello stupendo anno a Ribera sono stata benissimo: bel clima, mai un raffreddore, cibo di una bontà memorabile, buon vino e ottima compagnia. Totale generale: lascio la Sicilia con 6 chili in più. Ma le tremende fatiche di Schio, mi avrebbero rimesso in linea e in forma”.

 

Fine della sesta puntata: to be continued… 

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Massimo Turconi