Per una volta, il dove fa sostanza sul cosa. O sul perché. Il ristorante Ris Un risotto per un sorriso di Olgiate Olona è la prova provata di come la disabilità possa diventare un valore aggiunto. Spieghiamoci meglio. Un gruppo di ragazzi con disabilità, un format di ristorazione prossimo a diventare un modello da imitare, un progetto di inclusione spiazzante nella sua semplice (persino banale) normalità. Tutto grazie ad una squadra affiatata (ai fornelli e in sala), cui fa da player manager (in senso più lato che stretto), l’esondante Riccardo Lamperti (a proposito, la somma algebrica tra lui e un microfono è una delle formule più pericolose esistenti in natura). Felice intuizione dei genitori Giusy e Ale che ne hanno assecondato l’indole fornendo un’ulteriore buona ragione (oltre, neanche a dirlo, al gusto e alle porzioni generosissime dei risotti) per trascorrere una serata da quelle parti.

Fatta la premessa (o apposta la cornice), il quadro della conviviale di ottobre del Panathlon Club La Malpensa del presidente Enrico Salomi viene davvero da sé. Attraverso la testimonianza personale di Eleonora Di Vilio (atleta della Castoro Sport di Carmen Galli e recentissima argento nel Nastro e oro nel All Around della Ginnastica Ritmica ai Mondiali Special Olympics di Abu Dhabi), e la relazione di Claudio Arrigoni (il più accreditato interprete giornalistico nazionale del mondo paralimpico).
L’autore di “Paralimpici” (irrinunciabile vademecum del settore) ha aperto il suo intervento mostrando “We’re the Superhumans”, video di Channel 4 utilizzato da spot per i Giochi Paralimpici di Rio 2016. In estrema sintesi, prove e prestazioni al limite del sovrumano (molto spesso ben oltre) compiute in ambito non solo sportivo da atleti con disabilità. Il tormentone è “Yes, I can. Cioè, io posso. In barba a pregiudizi in partenza linguistici e poi fattuali. Con l’obiettivo di trasferire il messaggio (tema della serata) “Dallo Sport Paralimpico alla Società Paralimpica”. E se qualcuno pensa che non sia possibile, provi a spiegarlo a Riccardo. Esercizio che sconsigliamo vivamente.                                    

Giovanni Castiglioni