La Pallacanestro Varese torna a calcare il rilucente parquet del PalaDozza, prestigiosa casa della Pompea Fortitudo Bologna (foto FB Fortitudo Pallacanestro Bologna 103), ed è subito poesia travolgente (domenica alle ore 20.45). Piena di ricordi legati a partite incredibili negli anni della favolosa Arimo della coppia Bucci-Gilmore. Oppure quelli della Filodoro del quartetto Scariolo-Djordjevic-Esposito-Gay. O, ancora, quella scudettata del trio Recalcati-Myers-Galanda. 

Belle storie, ma di “mille” anni fa. Il presente offre un’altra realtà con Varese che, proprio a spese della Fortitudo, per la prima volta fuori dalla post-season, ha messo il piede in zona-playoff. Bologna arriva alla gara contro Varese con un ruolino di marcia non esattamente confortante: quattro sconfitte nelle ultime cinque partite con l’imperdonabile, pesantissimo -32 subito nel derby contro la Virtus. Nel mezzo si contabilizzano le battute d’arresto a Trieste, quella clamorosa in casa contro Pesaro e l’ultima, di domenica scorsa, più onorevole incassata al Taliercio contro la Reyer Venezia.

Risultati che potrebbero far pensare ad una Fortitudo che, dopo un brillantissimo girone d’andata durante il quale ha strappato l’accesso alla Final Eight di Coppa Italia (affronterà la Germani Brescia), stia attraversando un periodo “down”. Il coach dell’Aquila, Antimo Martino, imputa il calo di rendimento ad una serie di fattori/circostanze. Tra questi le assenze di un paio di giocatori – i “nostri” Rokko Stipcevic e Ed Daniel – e il periodo di forma calante di alcuni elementi chiave, in particolare Pietro Aradori, Kassius Robertson, terminali principali del gioco perimetrale della “F”, e Marty Leunen, vero barometro del gioco bolognese.

Varese, però, farà bene a non fidarsi delle apparenze e dei numeri (ma conoscendo coach Caja, non si corre questo rischio…) perché la Pompea è una formazione di buonissimo livello che, non a caso, lungo il percorso ha già messo via “scalpi” importanti: Milano, Brindisi e Venezia. Esperienza, talento tecnico, fisico e atletico, profondità di rotazioni non mancano di sicuro alla Fortitudo che, tra le altre cose, in vista del match in programma domenica sera è annunciata quasi al gran completo (l’unica incertezza riguarda Daniel) e certamente vogliosa di cancellare l’orribile -23 rimediato a Masnago all’andata. Insomma, per l’OJM a piazzale Azzarita sarà durissima, ma dov’è la novità??
OCCHIO A… Marty Leunen
Ok, nella Fortitudo gioca Aradori, miglior “goleador” italiano del campionato e quinto assoluto – quasi 16 di media – nella classifica marcatori. OK, nella “F” ci sono anche Sims, stessa media punti di Aradori (15.8), quasi 10 rimbalzi strappati a partita e sicuro lungo di riferimento per il gioco interno dei bolognesi. Ok, non ci si può dimenticare di Kassius Robertson, guardia titolare che infila 14 punti a partita con un rispettabile 40% dall’arco. Insomma: bravissimi e pericolosi questi tre “moschettieri” fortitudini, ma se proprio dobbiamo indicare un giocatore cui prestare un occhio speciale scegliamo Marty Leunen, classe 1985, ala grande di 206 cm., giocatore espertissimo e molto quotato del nostro campionato.
Scegliamo Leunen perchè al di là dei punti segnati, non tantissimi in verità (quasi 7, ma anche 6 rimbalzi), il lungo americano nato a Vancouver, Canada, è l’elemento equilibratore del gruppo allenato da coach Martino. Leunen, uomo intelligente e giocatore dallo sviluppato Q.I. cestistico, è in grado con le sue giocate “cerebrali”, le geometrie innate e le sue grande doti di fine passatore di mettere in ritmo tutti i compagni creando rotazioni di palla tanto armoniose, quanto efficaci. Non a caso la Pompea, che storce il naso per qualche sconfitta di troppo, per riprendere a viaggiare con un rendimento elevato lo attende nemmeno fosse il Messia. OJM lo sa e coach Caja riserverà a Marty attenzioni speciali.

 Massimo Turconi