La Castellanzese non scende in campo, resta a casa e spera. Con il sostegno a distanza dei propri tifosi perchè in casa neroverde, dove tutto si vive come una famiglia, si è abituati ai sacrifici: sono stati e sono il sale di quel Sogno Neroverde che nemmeno in questo momento difficile si esaurisce. A fronte dell’emergenza coronavirus, abbiamo chiesto al capitano Nicolò Bigioni, qual è lo stato d’animo della squadra in queste ore.

Mister Mazzoleni vi ha dato un programma personalizzato in queste settimana di stop?
“Dopo aver cercato, nei limiti del possibile, di andare avanti con gli allenamenti, ora che siamo costretti giustamente a casa, il mister ci ha dato un programma di esercizi da seguire per continuare a mantenerci in forma durante la settimana in vista dell’eventuale ripresa. Dobbiamo metterci d’impegno e fare del nostro meglio anche da casa, come se fossimo sul campo, fino a quando l’emergenza non sarà finita”.

Come state vivendo la situazione? Da calciatori siete preoccupati, essendo il calcio fatto di molto contatto fisico?
“Devo ammetterlo, inconsciamente all’inizio non abbiamo dato il giusto peso alla cosa, abbiamo continuato ad allenarci in serenità anche perché devo dire che qui alla Castellanzese siamo seguiti molto bene dal punto di vista medico e dell’igiene e ci sentivamo dunque tutelati. Se fosse stato dato il via libera per riprendere il campionato, probabilmente non avremmo esitato, tanta era la voglia di tornare alla normalità. Senza timore avremmo ricominciato. Poi però la situazione è cambiata e in poco anche solo l’andare di uscire per andare a correre crea qualche preoccupazione in più rispetto a prima”.

Qual è la cosa che vi manca di più in questo momento?
“La cosa che più dispiace, ma che è anche la meno importante ora, è che avevamo trovato la quadratura. Eravamo molto vicini al nostro obiettivo, cioè mantenere la categoria. Ci sarebbero bastati circa una decina di punti ancora per conquistarla. Avevamo una rosa ampia, con tante soluzioni, e ormai la squadra ha raggiunto una consapevolezza tale che non avrebbe cambiato nulla ripartire dopo una lunga sosta. E ci manca giocare con il nostro pubblico che ci sostiene, ora che si era anche creato il fan club e l’atmosfera al “Provasi” era veramente bellissima, ma con tutto il dispiacere cercheremo di concludere questa stagione”.

Sei d’accordo con i provvedimenti presi dalla Lega Nazionale Dilettanti?
“Ovviamente l’argomento è difficile, non essendo un esperto non so di preciso quale sia o quale sarebbe stata la cosa più giusta da fare. Ritengo che rispetto alla salute il calcio venga in secondo piano e se questo è il modo per sconfiggere il virus ed evitare altri contagi allora ben venga. Posso parlare però dei tempi delle modalità con cui il tutto è stato comunicato. C’è stata un po’ di confusione generale. Si poteva essere più chiari nella spiegazione delle decisioni prese e delle regole da seguire, anche se immagino che nessuno si aspettasse tutto questo”.

Vista la situazione, pensi alla fine che il campionato continuerà o meno?
“Tutto dipende da quando ci verrà data la possibilità di tornare in campo, il che vorrà dire che l’emergenza sarà terminata. Nel migliore dei casi, se dal 3 aprile riprenderemo allora direi che il campionato si potrà finire slittando di qualche settimana. Sarebbe una cosa eccezionale, ma se ci sarà consentito lo faremo più che volentieri, al di là della storia e delle nostre prestazioni, al di là del dispiacere di non sentire il calore del nostro pubblico, se eventualmente dovessimo continuare a porte chiuse. Se invece l’emergenza andrà avanti cambierebbe tutto”.

Il tuo messaggio ai tifosi neroverdi
“Cerchiamo il più possibile di attenerci a quanto ci è stato detto dal Governo. Ai nostri tifosi dico che noi non vediamo l’ora che si possa tornare in campo. Spero che tutto ciò finisca al più presto e che si possa terminare questo campionato, ma al momento la salute è la cosa più importante e dobbiamo augurarci che le decisioni che verranno prese da chi ne ha competenza facciano il bene di tutti. Fino a quel momento teniamo duro, sono convinto che ce la possiamo fare”.

Alessio Colombo