Tutto lo sport “ammazzato” dal coronavirus. In una situazione che giorno dopo giorno si fa sempre più pesante passando rapidamente da epidemia a pandemia, le “piccole” vicende legate allo sport fanno quasi tenerezza. Tuttavia è pur vero che migliaia e migliaia di persone sono impegnate nello sport e, nello specifico, nella pallacanestro vivono, lavorano, mettono passione e amano.
A queste “millemila” anime l’emergenza coronavirus ha cambiato la vita e sconvolto, anzi, desertificato l’orizzonte. Ad alcune di loro, protagoniste nel basket, abbiamo girato tre domande. A rispondere è Massimo Corrado, coach del Basket Nerviano

Se la stagione si chiudesse adesso senza più scendere in campo, come reagiresti?
“Provo grandissimo dolore e in questo momento terribile mi manca da matti tutto della pallacanestro: il lavoro in palestra, il contatto con i ragazzi, la preparazione delle partite e tanto altro”.

Secondo te ci sono i tempi per chiudere regolarmente il campionato?
“La risposta è semplice: tutto dipende da quando si riprenderà e, più di tutto, da quali idee si riprenderà”.

Cosa cambieresti nella formula?
“Ho in testa diverse proposte. La prima, alla ripresa, è quella di pareggiare le partite che mancano, stilare la classifica e iniziare subito i playoff. La seconda: dopo una quindicina di giorni di allenamenti, indispensabili per riprendere un pizzico di forma fisico-atletica, giocare con ritmo serrato, quindi almeno due gare la settimana, finire la stagione regolare e iniziare subito i playoff a ritmo unico con la formula 1-16; 2-15; 3-14 e così via. Le prime otto fanno i playoff, le ultime otto fanno i playout salvezza”.

 Massimo Turconi