Emanuela Cosentino, allenatrice responsabile del minibasket della Pallacanestro Busto Arsizio, racconta le misure adottate in contrasto al Covid-19 e quanto sia nebulosa la prospettiva futura di rinizio delle attività.

Come ha gestito gli allenamenti precedenti il decreto di sospensione definitiva?
“Appena sono state chiuse le scuole in Lombardia, vista l’incertezza sui termini che determinavano la possibilità o meno di allenarsi, abbiamo deciso di sospendere anche noi gli allenamenti. E’ giusto rispettare il momento, i bambini anche se sono piccoli capiscono il momento ed era giusto fermarsi, nonostante fossimo in un momento importante della stagione. E’ importante secondo me mandare un messaggio di solidarietà e far capire che tutti ci rendiamo conto del momento nel rispetto di chi sta combattendo ogni giorno contro questa malattia. Non condivido ad esempio le iniziative di alcune di usare i social come campagna pubblicitaria, pubblicando iniziative come quella degli ormai famosi disegni dei bambini, sfruttando il momento. Se si vuole, queste cose le si fa con le chat di gruppo e si tiene il rapporto con i bambini in privato, ad esempio con video di intrattenimento o idee di svago con giochini semplici da poter fare a casa, ma senza farlo in pubblico per fini di notorietà”.

Le famiglie come si sono approcciate a tutto questo momento?
“Si sono approcciate in maniera assolutamente corretta. E’ stato chiaro fin da subito quanto la situazione fosse delicata e non c’è stato alcun tipo di remora, anche in relazione alle quote d’iscrizione”.

Qualche indicazione sul possibile riavvio delle attività?
“Purtroppo dalle voci che circolano, pare che per le fasce d’età scolare ci sia l’indicazione di non riprendere le attività sportive fino a settembre. Sarebbe una decisione veramente straordinaria ed eccezionale, ma lo richiede il momento anche se tutto questo crea diversi punti di domanda”.

A proposito di punti di domanda, voi allenatori come vi ritrovate in questo momento da un punto di vista contrattuale?
“Non essendo sotto contratto ma essendo collaboratori sportivi se non lavoriamo non veniamo pagati. E’ una situazione molto critica tenendo conto che tanti di noi, come me, abbiamo famiglia e molti vivono da soli e devono far fronte a spese necessarie. Siamo in attesa del decreto del Governo nel quale dovrebbero esserci stanziati 50 milioni per i collaboratori sportivi, come sorta d’indennizzo, ma sarà una corsa a chi arriva prima per accaparrarsi qualche soldo, visto che siamo tantissimi collaboratori sportivi in Italia e la somma non basta per tutti”.

Alessandro Burin