L’ala del Basket Femminile Varese ’95, Alessandra Visconti, racconta la delusione per un campionato interrotto sul più bello e la preoccupazione per come, a livello sportivo, si uscirà da questo lungo stop.

Come ha reagito giovedì sera alla notizia della conclusione ufficiale di tutti i campionati regionali, imposta dalla Federazione?
“E’ stata una bella botta, l’ho vissuta e la sto vivendo male, sportivamente parlando. E’ indescrivibile ciò che sto provando in questo momento. Non è facile accettare di perdere una partita non sul campo ma bensì, contro un avversario con cui non ci si può battere ad armi pari”.

Vista la decisione di concludere qui i campionati regionali presa dalla Federazione, manterrete comunque, come squadra, un regime di allenamento?
“Sì, nonostante tutto questo manterremo un regime di allenamento, anche se diverso da quello seguito finora. Nonostante questa decisione straordinaria, continueremo con la squadra ed il preparatore atletico ad allenarci via Skype come se fossimo tutte insieme. E’ anche questo un modo per cercare di rendere vivibile una situazione al limite dell’immaginabile”.

Da quanto tempo eravate ferme da ogni attività?
“L’ultima partita ufficiale l’avevamo giocata il 22 febbraio. Abbiamo fatto poi una settimana di stop totale allenandoci a casa, riprendendo il martedì successivo gli allenamenti e il mercoledì siamo andate in Svizzera a fare un amichevole, poi c’è stato lo stop definitivo”.

Quando siete andate a giocare in Svizzera avevate paura di un possibile contagio?
“Sì, anche perché le indicazioni erano molto confuse. Non si poteva stare a più di un metro di distanza, ci siamo dovute fare la doccia a casa, non abbiamo utilizzato gli spogliatoi. Chi segue il basket sa che è impossibile tenere una tale distanza in campo, era una situazione complessa ed insostenibile da portare avanti in quei termini restrittivi”.

Ripercorrendo la stagione, cosa le rimane di più di questa annata?
“Mi rimane la grande forza, il grande spirito di squadra, la capacità di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Quest’annata per noi era veramente importante. Stavamo rispondendo sul campo a tutte le difficoltà che ci si presentavano davanti, sconfiggendole una per una, superando i momenti di difficoltà tutte unite, rimanendo aggrappate con le unghie e con i denti al primo posto per guadagnarci una promozione meritata. Veder sfumare tutto questo, al cospetto di un avversario che non possiamo battere su un campo da basket, fa veramente male”.

Se dovesse indicare il suo più grande rimpianto per questa stagione sarebbe proprio la mancata promozione?
“Sicuramente. Anche perché io avevo già detto che questa probabilmente sarebbe stata la mia ultima stagione e la volevo concludere con una promozione dopo che lo scorso anno eravamo retrocesse dall’A2. E’ chiaro che sto facendo delle riflessioni ora su quello che sarà il mio futuro ma conoscendomi so che andrò avanti ancora una stagione pur di raggiungere questo grande traguardo e concludere al meglio la carriera”.

Quali potranno essere, secondo lei,  le più grosse ripercussioni che avrà questo stop sul campionato del prossimo anno?
“Ci sono diverse incognite ora sulla stagione che verrà. In primis ci sarebbe una questione di sponsor importante perchè non so quante aziende che sono in difficoltà in questo momento, comprensibilmente rinnoveranno la loro sponsorizzazione e quindi non so quante squadre riusciranno ad iscriversi al prossimo campionato. Non sappiamo come verrà gestita tutta la preparazione, perché recuperare la forma, sia fisica che mentale dopo un periodo di inattività così lungo sarà veramente complicato”.

A livello sociale qual è il più grande augurio che vuole mandare
“Non posso non menzionare tutte le persone che si stanno immolando per salvarci la vita. Medici, infermieri, sanitari, volontari. Mi auguro che anche in futuro venga riconosciuto sempre l’enorme sforzo e servizio che portano alla società queste persone. Mi auguro che tutti insieme riusciremo a sconfiggere questo virus, uscendone ancora più forti come persone e come comunità”.

Alessandro Burin