Premessa. Il tono era forzatamente ironico. Ma le parole tradiscono un’amara verità. Intervenendo a TuttoC.com il presidente di Lega Pro Francesco Ghirelli ha messo a nudo il concreto rischio di default del sistema. Spacchettato in due mondi (vertice e base del movimento) accomunati dalla professione ma separati dalle enormi differenze salariali: “Noi e l’AIC siamo i due poveracci del sistema. Gli altri possono litigare, quando hai la tavola imbandita è facile. Litigare per un tozzo di pane è un’altra cosa: mio padre faceva il minatore, quindi so cosa vuol dire. Lo dico scherzando ma la condizione è difficile. Io provo ad abbassare i toni e a chiedermi cos’è successo e cosa bisognerebbe fare”.

Accordo tra Lega di A e Assocalciatori ancora lontanissimo (sempre che verrà mai raggiunto). La Serie C non può che stare alla finestra: “Bisogna calcolare i pochi sopra i 50mila e chi è nella fascia dei 26mila euro lordi. Perché io rifiuto il termine d’accordo? Perché evoca il sindacato, una bellissima esperienza che spero tornerà nei prossimi mesi. Bisogna sedersi e vedere se in questi 4 mesi, con gli ammortizzatori sociali, il salvacalcio e altri interventi, servirà salvare il maggior numero delle 60 squadre. Altrimenti succederà quanto accaduto nella sanità, che abbiamo smantellato a lungo perché costava troppo. E adesso siamo disperati a cercare posti letto”.

Quanto all’esito sportivo della stagione, il messaggio è piuttosto criptico: “Faccio fatica a parlare dei proclami: la morale è dare una mano alla povera gente e rimettere in carreggiata la situazione. Se devo dire di promozioni e retrocessioni non voglio far vincere il virus anche su quello. Se colpisce la gioia di esprimere la felicità dopo mesi di sofferenza sportiva e adesso umana, vincerebbe anche su questo”.

Giovanni Castiglioni