Dei volontari che mai come in questo momento si stanno dando da fare non se ne parla mai abbastanza. Oggi i riflettori della nostra rubrica “Eroi Silenziosi” sono puntati sulla Croce Rossa Italiana, comitato di Luino E Valli, una zona della nostra provincia dove i casi di Covid-19, purtroppo, sono in ascesa. Il presidente Pierfrancesco Buchi ci parla della sua squadra, composta da 277 volontari. “Si dividono in varie attività, circa 80 persone svolgono il classico 118 in ambulanza, tutti gli altri si dedicano al mondo sociale. In questo momento, in modo particolare, al servizio Adotta un anziano”.

In cosa consiste? “Aiutiamo gli Over 65 che hanno necessità di fare la spesa o acquistare farmaci. Riceviamo le loro liste e consegnamo a casa. E’ un servizio che facciamo per chi ha bisogno in generale, anche ad esempio per le mamme a casa coi bimbi piccoli. Chiunque avesse bisogno può chiamare il numero verde 800 06 55 10 oppure contattarci al 329 1466848”.

Che territorio coprite? “Quello delle valli, a nord della provincia per intenderci, si tratta di circa 50mila persone.  Andiamo anche dalle persone in quarantena che sono o malati di Covid oppure che hanno parenti contagiati”.

Che precauzioni hanno i volontari? “Quella principale è la formazione. Prima di svolgere questo tipo di servizio bisogna sapere come approcciarsi. Dei 120 che svolgono il servizio a domicilio, 90 avevano già esperienza di Croce Rossa, ma gli altri sono tutti neo iscritti con la formula di volontari temporanei che si sono immolati alla causa. I nuovi sono stati formati online; in questo momento la buona volontà non basta più: è necessario essere preparati. Ovviamente tutti sono dodati dei dispositivi individuali di protezione. Abbiamo anche un accordo coi carabinieri per poterli farli circolare liberamente come attività sociale”.

Come descrivi i volontari? “Ho una bella squadra. Di 270, circa 110 hanno meno di 30 anni; la Croce Rossa attira molto i giovani che si danno da fare. Anche chi è meno giovane è comunque attivissimo. Infatti siamo in controtendenza rispetto ad altre associazioni che fanno più fatica a reclutare”.

Qual è la tua storia? “Sono entrato nel 2000, avevo 20 anni, come obiettore di coscienza e poi sono diventato volontario. Sono presidente da 13 anni, lo facciamo perché ci crediamo. Ho 40 anni, a 25 anni ha staccato per laurearmi e  poi sposarmi e poi sono tornato nel 2013, e da quel momento i volontari hanno continuato a rieleggermi presidente”.

Cosa fai nella vita? “Sono impegato e al momento sono in ferie forzate poi andrò in cassa integrazione, la situaziona al momento è questa. Nel 2018, a sorpresa, sono stato nominato dal Presidente della Repubblica, Cavaliere al merito, il più giovane nella provincia di Varese ad avere questo titolo e probabilmente anche in Italia. Una grande soddisfazione. Premi, applausi, inviti a cene e palchi sono merito del lavoro di squadra, qualsiasi cosa la dedico al mio gruppo”.

C’è una storia che ti ha toccato più di altre? “Sono nato come soccorritore del 118 e dieci anni fa ho smesso di farlo passando all’attività sociale. Una decisione arrivata dopo il soccorso a due ragazzi della mia età, ne avevo 30, che conoscevo, che sono morti sulla strada di Mesenzana. Uno sul colpo durante il trasporto in automedica che non è arrivata in tempo perché impegnata in un altro intervento. Ricordo che gli tenevo la testa e non c’era molto da fare se non pregare. Una volta arrivati i sanitari è stato stabilizzato, ma non ce l’ha fatta. Ancora oggi mi viene il magone a parlarne, quella notte ho appeso al chiodo la divisa del 118. L’episodio mi ha segnato molto, ma non mi ha impedito di fare il volontario. E’ indispensabile il lavoro dei sanitari, medici e infermieri, ma è fondamentale anche quello di chi ha il primo approccio, di chi porta i malati in ospedale. Non dimentichiamocelo”.

Elisa Cascioli