Andrea Conti, GM della Pallacanestro Varese, spiega come la decisione di concludere il campionato anticipatamente sia stata tanto dolorosa quanto inevitabile e di come ora debba iniziare un lungo processo di valutazioni, economiche e sportive, che porterà alla ripartenza il prossimo anno.

Come oggi viene vissuta la decisione di concludere anticipatamente il campionato?
“Prendiamo atto della comunicazione ufficiale della Federazione, di concerto con la Lega Basket e di conseguenza adesso ci muoveremo per chiudere i contratti con i giocatori e portare avanti tutte le pratiche burocratiche che riguardano la conclusione della stagione, con la certezza che ognuno di noi debba rinunciare a qualcosa, visto che si è giocato solo il 60% della stagione e faremo anche un po’, detto brutalmente, la conta dei danni. Avremmo dovuto giocare ancora sette partite in casa, ci saranno sponsor che chiederanno lumi sui contratti in essere. Siamo in balia degli eventi, attendiamo anche comunicazioni dal Governo per capire se ci saranno aiuti per il mondo dello sport e cercare di portare la nave in porto”.

Parlando della riduzione degli stipendi, c’è una quota fissa che è stata stabilita a livello di Lega o società da poter applicare?
“Le linee guida della Lega sono quelle di una riduzione del 30%, poi è logico che venga demandato alle società di dover trattare con i  propri tesserati per raggiungere un accordo. Io dico che serve un pò di buon senso e il range deve essere tra il 20% ed il 30%, non più basso. C’è chi ha già recepito il messaggio e chi no purtroppo”.

Visto che ora non si riprenderà più a giocare, la società ha indicato un rompete le righe generale ai giocatori o verrà stilato un programma di allenamento per poter riprender al meglio la prossima stagione?
“Adesso fin quando non ci potrà muovere o allenarsi l’attività rimane sospesa. Poi in base ai giocatori che sono sotto contratto manderemo delle tabelle appropriate dal preparatore atletico per mantenersi in forma. Vedremo da giugno in avanti come si evolverà la situazione e se si potrà tornare ad allenarsi. Già gli anni scorsi con i giocatori sotto contratto, parlo degli italiani, si lavorava al palazzetto da luglio , a settimana ridotta, dal martedì al venerdì, quindi penso si possa riproporre questo schema a maggior ragione quest’anno, ma tutto dipende dall’evolversi della situazione sanitaria”.

Può fare un po’ di chiarezza sui comunicati di FIP e LBA in merito alla conclusione del campionato che non parevano in accordo?
“Non c’erano più le condizioni per andare avanti, sia dal punto di vista della Federazione dei medici sportivi sia dal punto di vista dei decreti. Di conseguenza, di concerto dopo l’assemblea, la decisione di concludere il campionato spetta ad un organo superiore, quindi alla Federazione, ma non ci sono dubbi sul fatto che la decisione fosse condivisa sia dalla FIP che dalla Lega”.

La società cosa pensa di fare per quanto riguarda gli abbonamenti ed un eventuale rimborso?
“E’ un argomento di cui abbiamo parlato internamente come società ed è una situazione molto delicata. Sicuramente è di prioritaria importanza come tema di discussione, non lasceremo a piedi gli abbonati e stiamo già pensando a come risolvere la problematica delle 7 partite non giocate in casa. E’ logico che pensare di rifondere tutti gli abbonati sarebbe come decretare la fine della nostra società, credo che sia molto molto complicato in questo momento.  Ma è nelle nostre intenzioni saper di dover riconoscere dei bonus, dei voucher o comunque delle forme di scontistica per poter fare fronte a questo problema”.

La presenza di Pallacanestro Varese non è in dubbio per la prossima stagione nel campionato di Serie A?
“Noi ci saremo, o meglio vorremmo esserci. E’ chiaro che da qui ad un mese ci sarà la conta dei danni effettivi e strada facendo da qui a fine maggio sapremo un po’ come sarà la situazione. Io credo che a 360 gradi tutti dovremo fare con meno, anche noi, speriamo di non perdere per strada troppi sponsor e troppi aiuti, ma rimanendo tutti compatti e dando dei segnali positivi di ripartenza”.

Alessandro Burin